L’intelligenza artificiale, sempre più evoluta e integrata nella vita quotidiana, si rivela particolarmente utile per migliorare la vita delle persone disabili. Un esempio è dato da Lucy Edwards, una ragazza inglese non vedente che, attraverso il suo profilo Instagram, mostra il funzionamento dell’applicazione Be My Eyes. Inizialmente creata per connettere persone non vedenti con volontari che li aiutassero a distanza nelle attività quotidiane, l’app si avvale ora di ChatGPT per fornire analisi e consigli ai suoi utenti.
Be My Eyes offre una vasta gamma di servizi grazie a tecnologie complesse ma dal funzionamento semplice. Nel video pubblicato da Edwards, la vediamo in palestra, intenzionata a correre su un tapis roulant. Per individuarlo, scatta una foto della sala e l’applicazione, in pochi istanti, le fornisce le indicazioni per raggiungerlo. Una volta sul posto, per capire quali macchine sono libere, ripete la procedura e Be My Eyes le indica il tapis roulant disponibile.
In un altro esempio, Edwards si trova in un negozio di prodotti orientali e ha bisogno di capire quale articolo acquistare. Tenendo una bottiglia in mano, inquadra l’etichetta con Be My Eyes e l’assistente virtuale la traduce, fornendo informazioni sul contenuto del prodotto. L’applicazione può essere ancora più dettagliata, come nel caso in cui la ragazza la utilizza su un catalogo di Chanel: qui il sistema di riconoscimento descrive accuratamente gli abiti indossati dalle modelle.
Insomma, l’evoluzione dei sistemi di intelligenza artificiale generativa e analitica, come ChatGPT-4, sta accelerando, rendendo possibile l’integrazione di queste tecnologie in applicazioni tanto utili come Be My Eyes.