La situazione sulla siccità si sta aggravando ogni giorno sempre di più: secondo una stima approssimativa, la richiesta mondiale di acqua dolce potabile supererà la sua disponibilità del 40% entro il 2030.
Gli esperti hanno dichiarato ciò in un rapporto pubblicato dal Guardian in occasione della Seconda Conferenza ONU sull’Acqua avvenuta recentemente. Il documento sostiene che i governi devono cessare urgentemente il sostegno all’estrazione e all’uso eccessivo dell’acqua, mentre le imprese devono rivedere le loro modalità dispendiose. Le nazioni dovrebbero imparare a gestire l’acqua come un bene comune a livello globale, dato che la maggior parte dei Paesi dipende fortemente dai vicini per l’approvvigionamento idrico. L’uso eccessivo, l’inquinamento e la crisi climatica mettono a rischio le riserve idriche mondiali.
La prova scientifica è chiara: stiamo affrontando una crisi idrica data dallo sfruttamento errato dell’acqua, inquinandola e alterando l’intero ciclo idrologico globale a causa dell’impatto sul clima. Si tratta di una crisi a tre livelli, avverte Johan Rockstrom, direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research e co-presidente della Global Commission on the Economics of Water
e uno dei principali autori del rapporto.Il rapporto elenca alcune raccomandazioni fondamentali, tra cui:
Come dice Rockstrom: “È sorprendente che utilizziamo acqua pulita e sicura per trasportare feci, urina, azoto, fosforo e poi abbiamo bisogno di impianti di depurazione inefficienti che disperdono il 30% di tutti i nutrienti negli ecosistemi acquatici a valle, distruggendoli e causando zone morte. Stiamo veramente ingannando noi stessi con questo moderno sistema lineare e basato sull’acqua per la gestione dei rifiuti. Sono necessarie innovazioni significative.”
In sintesi, la prova scientifica dimostra che ci troviamo di fronte a un’imminente emergenza idrica. Stiamo utilizzando in modo errato l’acqua, inquinandola e modificando l’intero ciclo idrologico globale a causa della grave