Cinque anni fa il Garante della concorrenza aveva imputato a Siae l’abuso di posizione dominante nella raccolta dei diritti d’autore, confermato lo scorso febbraio dal Consiglio di Stato.
Solo qualche giorno fa invece, ha ipotizzato che la Società italiana Autori ed Editori potesse essere vittima di abuso di dipendenza economica da parte di Meta. Scopriamo insieme tutti i dettagli.
L’Authority obbliga l’azienda di Zuckerberg a far ripartire le trattative per le royalties dei brani della società Italiana Autori ed Editori: “Troppa disparità tra le due aziende“. L’accordo precedente, in vigore dal 2020, consentiva l’utilizzo di brani tutelati da Siae su Facebook e Instagram in cambio di una cifra mai svelata.
Un primo incontro, di fronte alle commissioni riunite Cultura e Trasporti della Camera, si è concluso senza risultati ma con molti scambi di accuse tra le parti. Ora però qualcosa potrebbe cambiare. Siae ha il sostegno dei suoi oltre centomila iscritti, l’appoggio della politica e pure la solidarietà dell’Agcom
, arrivata lunedì. Il Garante della concorrenza insiste su un concetto fondamentale, quello della differenza di peso e rilevanza tra le due aziende, per cui una sia in stato di “dipendenza economica” rispetto all’altra.Quanto vale la musica per Facebook e Instagram? Difficile da stabilire, perché nei contenuti molto raramente ha un ruolo primario, e perché non viene monetizzata se serve da sfondo per i video sotto i 30 secondi, che non hanno pubblicità. Non si va sui social per ascoltare una canzone, ma i social possono fare il successo di una canzone, così a perderci sono gli artisti, i creatori di contenuti, più ancora che Siae e Meta.
Così l’Agcm ha avviato un’istruttoria e stabilito un procedimento cautelare per riattivare le trattative, imponendo il “ripristino della disponibilità dei contenuti musicali tutelati da Siae sulle proprietà di Meta per tutto il periodo necessario alla conclusione delle negoziazioni”.