Colonnine elettriche, tra non molto l'Italia ne sarà "invasa"

L’agrivoltaico sta influenzando il mercato degli affitti dei terreni, con prezzi tra i 2.500 e i 3.500 euro all’anno per ettaro e contratti minimi di vent’anni. In Francia, il Senato ha approvato una legge che impone di coprire almeno il 50% dei parcheggi con oltre 80 posti auto con pannelli solari. Il prossimo business saranno le colonnine elettriche di ricarica, infrastruttura fondamentale per abbandonare i motori termici.

Colonnine elettriche: cosa prevede il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza?

Ionity, una joint venture tra BMW, Daimler, Ford, Volkswagen, Audi, Porsche, Hyundai e Kia, sta cercando appezzamenti per installare colonnine di ricarica. L’azienda propone valutazioni a prezzi competitivi per chi vende e contratti di 25 anni per chi affitta, coprendo tutti gli investimenti e facilitando le procedure burocratiche. Anche Electra, società francese, sta pianificando di entrare nel mercato italiano. I loro caricatori ad alta potenza saranno installati in aree con elevato flusso di veicoli e densità abitativa, dove le persone possono svolgere attività mentre ricaricano le auto. Per raggiungere gli obiettivi europei, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede l‘installazione di oltre 20.000 nuove colonnine entro il 2026, con un investimento di 741 milioni di euro. L’obiettivo è arrivare a 6 milioni di veicoli elettrici circolanti entro il 2030.

Attualmente, ci sono circa 170.400 veicoli elettrici e 36.772 colonnine in Italia. Il PNRR prevede lo sviluppo di 7.500 stazioni in superstrade e oltre 13.000 nelle città, oltre a 100 punti di ricarica sperimentali per lo stoccaggio dell’energia. Le aziende private stanno anche investendo nel settore. Enel X Way punta a 30.000 punti di ricarica entro il 2025. Eni prevede di installare 1.000 colonnine ad alta potenza in 5 anni. Electra investirà 200 milioni di euro in 3 anni per creare 500 hub ad alta potenza, mentre Ionity prevede di quadruplicare i punti di ricarica entro il 2025. Nonostante l’aumento delle colonnine, le immatricolazioni di auto elettriche sono in calo, principalmente a causa della mancanza di una pianificazione degli incentivi di settore.

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