Le meduse, spesso percepite come fastidiose durante le vacanze al mare, rivestono un ruolo cruciale nell’ecosistema e potrebbero contribuire alla lotta contro l’inquinamento marino, in particolare contro le microplastiche. Il progetto “GoJelly – A gelatinous solution to plastic pollution” mira a sviluppare un filtro a base di muco di medusa proprio per contrastarle.
Inquinamento: quale sarà il processo per raccogliere muco?
Il muco prodotto dalle meduse sotto stress ha una struttura proteica che agisce come una rete, intrappolando e filtrando le micro e nanoplastiche. I ricercatori hanno individuato due specie di meduse, la medusa nomade e la medusa quadrifoglio, come le più promettenti per sviluppare i biofiltri grazie alla qualità e quantità del muco prodotto. Queste si trovano soprattutto nella regione mediterranea.
Per creare i filtri, le meduse vengono raccolte, indotte a secernere il muco, che viene poi liofilizzato e inserito in un dispositivo filtrante cilindrico. I sottoprodotti della biomassa GoJelly possono essere utilizzati anche come risorsa preziosa, trasformandoli in cibo per l’alimentazione umana o mangime per l’acquacoltura, fertilizzante agrobiologico e per estrarre collagene per prodotti cosmetici.
Il consorzio GoJelly, coordinato dalla Syddansk Universitet danese e che include il CNR italiano e la cooperativa Sanpietro, è convinto che questo approccio innovativo ridurrà la plastica negli oceani e creerà posti di lavoro per i pescatori commerciali in bassa stagione. Gli studi di laboratorio dimostrano che il muco di medusa è in grado di legarsi alle particelle più piccole con un’efficienza quasi del 100%. I prototipi GoJelly sono stati testati nel Baltico, nel Mediterraneo e in Norvegia da diversi stakeholder, tra cui pescatori e partner del settore. Le microplastiche sono presenti nel sale, nella birra, nella frutta e verdura fresca e nell’acqua potabile. Nel 2022, scienziati giapponesi dell’Università di Kyushu stimavano la presenza di 24.400 miliardi di frammenti di microplastiche negli strati più superficiali degli oceani, l’equivalente di circa 30 miliardi di bottiglie da mezzo litro.