Il mistero del relitto della nave di Barbanera, il terribile pirata, è stato svelato grazie a una ricerca pubblicata sull’International Journal of Nautical Archaeology. La storia della nave “Queen Anne’s Revenge” inizia nel XVIII secolo. Questa era una nave mercantile francese, ma venne catturata nel 1717 da Edward Teach, noto come Barbanera. Egli la usò per accumulare tesori nei Caraibi fino a quando non affondò nel 1718 vicino alla Carolina del Nord. Il relitto venne riscoperto nel 1996.
Negli anni, gli archeologi sono stati in grado di recuperare tesori dal relitto, tra cui oro, documenti, mercurio, oggetti in ottone, perle di vetro e centinaia di pezzi di carbone. Tuttavia, l’estrazione di quest’ultimo in Nord America iniziò solo nel 1870, quindi il suo ritrovamento nel relitto destò perplessità. L’attività mineraria degli Appalachi non esisteva al tempo di Barbanera, e l’antracite della Pennsylvania venne scoperta solo alla fine del 1760.
James Hower, autore dello studio e professore presso l’Università del Kentucky, spiega che grazie alle nuove tecnologie, gli scienziati hanno risolto il mistero. Il carbone risale a molto tempo dopo Barbanera e la sua presenza sul sito del naufragio è solo una coincidenza fortuita. Il relitto si trova vicino alla costa di Fort Macon, la quale divenne una stazione di rifornimento di carbone durante la Guerra Civile Americana. Hower afferma che il carbone è stato probabilmente scaricato dalle navi della Marina Americana in quell’epoca.
Così, il mistero del carbone tra i reperti del relitto di Barbanera è stato risolto, rivelando una coincidenza storica e geografica piuttosto che un enigma legato al celebre pirata. La ricerca contribuisce alla conoscenza della storia della pirateria e della vita di Barbanera, arricchendo ulteriormente il fascino intorno a questa figura leggendaria.