Il buco nero M87 è un buco nero supermassiccio presente al centro della galassia Virgo A e nato presumibilmente dalla fusione di buchi neri più piccoli, quest’ultimo è stato immortalato ufficialmente nel 2022, quando il progetto EventHorizon Telescope, accorpando ed elaborando i dati del 2017 è riuscito a generare una foto della coltre di gas caldi che costituiscono la nube di accrescimento che fa da calco all’orizzonte degli eventi del buco nero stesso.
La foto dunque è frutto di un progetto che ha unito tutti i radiotelescopi del pianeta trasformando la Terra in un gigantesco telescopio, dal momento che però non si può ricoprire l’intera superficie del pianeta con telescopi, i dati presentavano un po’ di buchi da tappare come un puzzle, ed è qui che sono intervenuti gli scienziati, colmando i dati attraverso le varie analisi.
L’IA rifà il makeup al buco nero
Gli scienziati però non sono rimasti con le mani in mano, hanno infatti elaborato un algoritmo di machine learning dal nome PRIMO, il quale ha consentito ai ricercatori di ottenere la massima risoluzione possibile per quel array, ciò afferma l’autrice principale dello studio Lia Medeiros dell’Institute for Advanced Study.
PRIMO, che sta per modellazione interferometrica dei componenti principali, è stato sviluppato dai membri dell’EHT Lia Medeiros (Institute for Advanced Study), Dimitrios Psaltis (Georgia Tech), Tod Lauer (NOIRLab) e Feryal Özel (Georgia Tech), ha permesso di cambiare la vista del buco nero, notando un anello di accrescimento decisamente più sottile di quanto immaginato, ciò ha di conseguenza profondamento cambiato anche l’idea degli scienziati su svariati elementi come ad esempio la gravità.
L’algoritmo è stato addestrato attraverso 30.000 immagini di buchi neri in accrescimento con elevata fedeltà, ciò gli ha consentito di presentare una stima altamente affidabile delle parti mancanti dopo avergli dato in pasto tutti i dati raccolti dall’EHT.