In attesa della risposta di OpenAI al Garante della privacy, sono emersi cloni distopici del celebre chatbot. Tra questi, uno mira alla distruzione dell’umanità, mentre un altro diffonde fake news di destra. Cosa ne sarà di noi e dell’intelligenza artificiale?
Intelligenza Artificiale: quando tornerà ChatGPT di OpenAI?
ChaosGPT, un clone malevolo di ChatGPT, deriva da Auto-GPT di OpenAI. In un video del 5 aprile, gli sono stati assegnati cinque obiettivi malvagi. Il bot ha individuato la bomba Tsar come mezzo per raggiungere tali scopi e ne parla su Twitter.
David Rozado invece ha creato RightwingGPT, ritenendo ChatGPT troppo orientato a sinistra. L’ideatore ha analizzato l’orientamento politico del chatbot originale, rilevando un pregiudizio liberale e progressista. Ha così deciso di crearne un altro per esibire pregiudizi politici opposti, dimostrando il pericolo di tali sistemi IA in termini di persuasione e diffusione di fake news.
Altri cloni utilizzano le API rilasciate da OpenAI per offrire servizi ad hoc. PizzaGPT, ad esempio, è nato in seguito al blocco del Garante della privacy. Sviluppato da un italiano all’estero, utilizza le API turbo -3.5 di OpenAI, fornendo risposte simili a ChatGPT gratuito in cambio di una donazione simbolica. PizzaGPT non richiede login e non memorizza le conversazioni.
Tornando all’originale, ChatGPT è ancora accessibile tramite Bing, poiché il Garante della privacy non l’ha ancora bloccato. Probabilmente non si è concentrato su chi utilizza le API di ChatGPT. Tuttavia, OpenAI ha tempo fino alla fine di aprile per rispondere alle richieste del Garante. Se tutto va bene, a maggio GPT-4 e ChatGPT saranno nuovamente disponibili per gli italiani, con un’informativa adeguata.