La clonazione, introdotta nel secolo scorso, ha generato un dibattito etico-politico tuttora acceso. Essa consiste nella creazione di una copia esatta di una singola cellula o di un organismo vivente, con gli stessi insiemi di materiale genetico. Quella naturale però, come la riproduzione asessuata, esiste da quando è sorta la vita sulla Terra.
La clonazione è una delle tecniche genetiche più significative introdotte nel secolo scorso, generando un acceso dibattito etico-politico. I vantaggi della clonazione includono la sua applicazione nella biotecnologia, come la creazione di piante e animali transgenici, contribuendo alla prevenzione delle estinzioni e al ripristino delle popolazioni in declino. Attraverso questa, è possibile aumentare la diversità genetica di una specie, permettendo la potenziale resurrezione di organismi estinti e l’espansione delle conoscenze scientifiche. Inoltre può contribuire all’aumento della produzione alimentare e offrire soluzioni per coppie sterili o dello stesso sesso che desiderano avere figli.
Tuttavia, esistono anche argomenti contrari alla clonazione. Nonostante i cloni condividano lo stesso materiale genetico, il loro comportamento risulterà diverso a causa dell’interazione tra predisposizione genetica ed esperienze vissute. Inoltre, i cloni tendono ad avere una ridotta longevità e a sviluppare problemi di salute, come evidenziato dalla pecora Dolly, che presentava anomalie nel suo DNA. La clonazione umana solleva inoltre perplessità di natura sociale, dato che i bambini clonati condividerebbero l’intero patrimonio genetico con il genitore donatore.
La clonazione è una tecnica potenzialmente rivoluzionaria che ha sia vantaggi che svantaggi. Il suo impatto dipenderà dall’evoluzione delle tecniche e dalla considerazione etica e sociale delle sue applicazioni.