L’inflazione che ha colpito il mondo intero dopo la Pandemia e l’inizio della guerra in Ucraina non ha risparmiato nemmeno il settore delle telecomunicazioni.
Gli operatori telefonici sono stati costretti ad aumentare i piani tariffari di tutti i clienti per tentare di rientrare nei costi e spesso senza la possibilità, da parte dei clienti, di rescindere il contratto gratuitamente.
I principali operatori telefonici, a cominciare da TIM e WindTre, hanno introdotto anche le tariffe indicizzate all’inflazione che prevedono un aumento annuale delle tariffe in base all’andamento dell’inflazione.
I rincari hanno interessato diversi operatori telefonici tra cui TIM (aumento mensile di 2 euro), Vodafone (1,99 euro), WindTre (2 euro), Poste Mobile (1 euro) e Fastweb (addirittura fino a 5 euro).
Nonostante si stia assistendo a un lento calo dell’inflazione gli aumenti delle tariffe telefoniche non accennano a diminuire.
I consumatori possono scegliere se adeguarsi al rincaro comunicato dal proprio operatore telefonico oppure di cambiare in favore di offerte più vantaggiose, essendo a conoscenza che gli aumenti coinvolgono più o meno tutti gli operatori presenti nel nostro paese.
Se si sceglie di rimanere con il proprio operatore telefonico e mantenere la tariffa ci si può assicurare che la società di telecomunicazioni abbia comunicato per tempo, e secondo le regole l’aumento del piano tariffario e che si possa avere la possibilità di recedere il contratto.
Gli operatori sono infatti tenuti a seguire il Regolamento recante disposizioni a tutela degli utenti in materia di contratti relativi alla fornitura di servizi di comunicazioni elettroniche di AGCOM.