Tutti negli ultimi tempi abbiamo sentito parlare delle controversi legate all’intelligenza artificiale e in modo particolare a ChatGPT.
Già dalla sua uscita a novembre del 2022, il chatbot di OpenAI non ha raccolto i consensi di tutta la popolazione, ma al contrario ha scatenato una serie di polemiche legate al suo utilizzo e alla sua regolamentazione.
ChatGPT è un passo in avanti incredibile della tecnologia sempre più improntata verso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella vita quotidiana. Si tratta di un chatbot che utilizza il linguaggio umano per rispondere a delle domande precise e a fornire delle informazioni complete generando dei testi.
Le funzioni che possono essere svolte da ChatGPT sono molteplici e tutte utili per ottimizzare i tempi, ma nonostante parte della popolazione incominciava a servirsi del chatbot per aiutarsi a svolgere diverse mansioni, il 1 aprile 2023 il Garante della Privacy blocca l’utilizzo di ChatGPT in Italia.
Il Governo italiano ha deciso di bloccare ChatGPT nel nostro paese accusandolo di aver rubato i dati degli utenti e di non avere un sistema di verifica dell’età che impedisca ai minorenni di utilizzare il servizio d’intelligenza artificiale.
ChatGPT: si procede verso una regolamentazione
In questi giorni Helen Dixon, direttrice della Data Protection Commission si è espressa riguardo alla regolamentazione di ChatGPT e di tutti gli strumenti di intelligenza artificiale riferendosi in modo particolare al divieto imposto in Italia dal Garante della Privacy.
Secondo la direttrice una regolamentazione di questi strumenti si vede necessaria non solo alla luce dei problemi di privacy ma anche per quelli riguardanti il copyright e la diffamazione ma non bisogna partire da blocchi e divieti bensì studiando bene la nuova tecnologia svolgendo delle analisi precise.