Vi siete mai chiesti come funzionano le auto della tappa italiana della FIA Formula E Championship? Iniziamo col dirvi che le vetture hanno tutte lo stesso telaio e batteria, mentre ciascuna delle dieci squadre lavora su motore, inverter, cambio e sistema di raffreddamento.
Le auto di Formula E montano una batteria da 28 kW e pesano 320 kg. Il sistema propulsivo è composto da batteria, motore (MGU-K) e inverter. Quest’ultimo converte la corrente continua della batteria in corrente alternata ad alta densità, da inviare all’MGU-K. Durante la decelerazione, il sistema di frenata rigenerativa ricarica la batteria.
La potenza erogata dai motori varia a seconda del momento della gara, con un massimo di 200 kW (272 cavalli) in prove e qualifiche, e 180 kW (245 cavalli) in gara. Le auto montano cerchi da 18 pollici e pneumatici Michelin. Il peso minimo, pilota compreso, è di 880 kg. Il FanBoost permette al pubblico di dare ai tre piloti preferiti una dose extra di potenza nella seconda manche della gara, aumentando la potenza del motore da 180 a 200 kW per cinque secondi.
La frenata rigenerativa delle Formula E permette di ricaricare le batterie quando le ruote girano liberamente, con i piloti che guadagnano circa 30 kW a ogni giro. Ci sono dieci squadre in gara, con un totale di venti piloti. Tra i marchi coinvolti ci sono Jaguar, Audi, Renault, Mahindra, DS, NIO, ZF e Schaeffler. Il punteggio segue lo stesso schema della Formula 1.
Aggiornamenti da Formula E: La Jaguar domina l’E-Prix di Berlino con Mitch Evans, pilota neozelandese, vincendo il settimo round del Mondiale Formula E dopo il successo in Brasile. Il compagno di squadra Sam Bird si unisce a lui sul podio, segnando la prima doppietta per il team inglese. Anche Maserati è soddisfatta, con Maximilian Gunther nel top 3. Nonostante una gara caotica, Pascal Wehrlein (Porsche) mantiene la leadership con 94 punti, mentre solo Nick Cassidy riesce a guadagnare qualche punto su di lui.