Ogni anno in Italia numerosi cittadini ignari vedono sottrarsi del denaro dai loro conti tramite dei sistemi di frode che colpiscono gli sportelli ATM. La perdita stimata a causa di queste truffe giornaliere è di circa 10 milioni di euro all’anno e colpisce maggiormente le principali città italiane.
L’aumento esponenziale di queste truffe è dovuto principalmente agli scarsi sistemi di sicurezza che dovrebbero proteggere gli sportelli dei bancomat. Esistono diverse tecniche per sottrarre del denaro da uno sportello e due di esse prevedono l’hackeraggio dei software.
Con l’avvento della tecnologia hackerare un bancomat non è mai stato così semplice, non è più necessario l’utilizzo di computer ingombranti per manomettere i software ma basta un piccolo dispositivo a batteria.
Il metodo più ‘efficace’ per sottrarre del denaro dal bancomat è hackerare il suo sistema operativo attraverso l’utilizzo di un malware.
Infatti se si riuscisse ad aprire lo sportello ci si ritroverebbe davanti a una porta USB tramite la quale si può accedere al sistema operativo.Al giorno d’oggi effettuare quest’operazione è ancora più semplice ed economico grazie allo sviluppo di un nuovo dispositivo: il Raspberry Pi. Si tratta di un microcomputer alimentato a batteria che risulta essere molto comodo da trasportare.
In totale per poter effettuare l‘hackeraggio di uno sportello ATM tramite Raspberry Pi può costare dai 300 ai 1.200 euro. Il dispositivo ha infatti un costo di circa 50-100 euro ai quali si aggiungono i costi del malware (200-1.000 euro) e quelli della chiavetta per manomettere lo sportello (50 euro).