Avreste mai pensati di poter licenziare tantissime persone e appropriarvi del loro stipendio in un certo senso ? No, mai ? Ebbene la vicenda accaduta a Sundar Pichai, CEO di Alphabet (la holding che controlla Google) è quasi paragonabile a quanto descritto sopra, il pezzo grosso della holding ha infatti intascato un bonus (non ha sottratto nessuno stipendio) della bellezza di 226 milioni di dollari, una cifra mostruosa che lo ha reso uno dei manager più ricchi nella sua categoria.
Come se non bastasse il riconoscimento è arrivato grazie alla riduzione dei costi e dei posti di lavoro, concetto che farebbe storcere il naso a molti, per ovvie e giuste motivazioni, bonus che tra l’altro è uno dei più grandi mai erogati, compenso circa 800 volte superiore a quello dei colleghi.
Idea decisamente controversa
Indubbiamente lascia abbastanza perplessi la decisione dell’azienda, forse sarebbe banalmente bastato non erogare il bonus a Pichai per pagare lo stipendio ai 12mila lavoratori, o magari non erogarlo a nessun dirigente, visto che sicuramente il loro compenso gli offre una vita dignitosa, ciò che è certo è che sicuramene il senso di presa in giro dei lavoratori è abbastanza palese.
Di quei 226 milioni comunque solo una minima parte sono liquidi, 220 milioni in azioni che riceverà nel corso dei prossimi tre anni, dei rimanenti altri sei milioni, 2 sono lo stipendio annuale, e altri 4 per la “sicurezza personale”.
Si tratta di un’altra delle scelte per ridurre i costi da parte di Google, ultimamente molto controverse, per esempio, ad alcuni dipendenti era stato chiesto di dividere la scrivania con un collega.