L’altro ieri è stata segnata una piccola pietra miliare nella storia della telefonia mobile, è stata infatti effettuata per la prima volta una telefonata satellitare sfruttando degli smartphone convenzionali non dotati di un hardware apposito per le chiamate nello spazio, il merito va a AST SpaceMobile, la quale ha annunciato il completamente della telefonata utilizzando il satellite BlueWalker 3 (“BW3”).
Ma dunque cosa si intende per telefonata satellitare ? Normalmente gli smartphone moderni possono sfruttare le connessioni satellitari per avvisare i servizi di emergenza in caso di assenza di rete cellulare, internet dati o wifi, quello che però è successo in questo caso è diverso, a collaborare abbiamo avuto anche AT&T che permesso l’invio della chiamata dal Texas verso il Giappone, dunque decisamente in due punti molto distanti.
Chiamata dallo spazio
La chiamata dunque è partita dal Texas ed è passata da un Galaxy S22 Ultra ad un satellite BlueWalker3, dal quale poi è tornato verso la Terra però in Giappone, la rete AT&T in uno spettro non specificato fungeva da intermediario, ciò ha permesso di non dover installare hardware particolare, bastava il supporto alla rete LTE.
Ecco il comunicato ufficiale dell’azienda: “Le prime chiamate di prova hanno convalidato il sistema e l’architettura brevettati di AST SpaceMobile e sono state completate utilizzando smartphone non modificati. Le chiamate hanno dimostrato la potenza del satellite BW3 di AST SpaceMobile, il più grande array di comunicazioni commerciali mai distribuito nell’orbita terrestre bassa ed è un passo importante per fornire a livello globale la banda larga cellulare 2G, 3G, 4G LTE e 5G basata sullo spazio. Gli ingegneri di Vodafone, Rakuten e AT&T hanno partecipato alla preparazione e al test delle prime chiamate vocali con BW3“.