L’Europa e il mondo intero stanno puntando con forza sulle energie rinnovabili per soddisfare il crescente fabbisogno energetico globale. Anche se alcuni progetti sono già avviati, le fonti di energia attuali non sono ancora sufficienti. In Italia, ad esempio, l’uso delle rinnovabili è diminuito negli ultimi due anni.
Centrale elettrica: un nuovo inizio in mare aperto
Recentemente, rappresentanti di vari paesi europei si sono riuniti ad Ostenda, in Belgio, per discutere un progetto rivoluzionario nel settore energetico: la costruzione della più grande centrale elettrica d’Europa in mare aperto. Il progetto si basa sulla creazione di un nuovo parco eolico offshore, ovvero turbine eoliche installate in bacini d’acqua come mari o oceani.
Alla fine del 2018, i parchi eolici offshore hanno generato oltre 23 Gigawatt di energia, e la tendenza sembra essere in aumento. Sebbene la produzione di energia sia migliore rispetto alle centrali sulla terraferma, i costi di produzione e manutenzione sono ancora elevati. Attualmente, il Regno Unito possiede il maggior numero di parchi eolici offshore al mondo, seguito dalla Germania e dalla Cina. Più del 60% dei parchi eolici si trova nel Nord Europa. Il parco eolico offshore più grande al mondo è il Walney nel Regno Unito, che produce 659 Megawatt di energia. Tuttavia, un nuovo parco eolico in costruzione dovrebbe superare i 6 Gigawatt.
Il Mare del Nord è uno dei bacini marini più utilizzati per la costruzione di parchi eolici offshore, grazie alla sua posizione geografica ideale, superficie di 570mila kmq e venti veloci e costanti. Regno Unito e Danimarca sfruttano principalmente quest’area, con l’obiettivo di produrre fino a 300GW di energia entro il 2030. Il parco eolico di Hornsea, nel Mare del Nord e di proprietà del Regno Unito, sarà la centrale elettrica galleggiante più grande del mondo, comprendendo 174 generatori eolici in grado di produrre oltre 6 Gigawatt. Iniziato nel 2014 e attivo dal 2019, il parco mira a ridurre la dipendenza dall’energia russa e dai combustibili fossili. Tuttavia, i costi di produzione e la tutela della biodiversità marina rappresentano ostacoli ancora da superare.