Per diffondere la tecnologia Bard, è essenziale renderla accessibile sui dispositivi che usiamo quotidianamente. Google, perciò, mira a semplificare l’accesso all’intelligenza artificiale generativa sviluppando un widget specifico per smartphone e tablet Pixel.
Google Bard: cosa ha in mente Google?
I primi indizi dell’arrivo di Bard su Android sono celati nel codice dell’AI. Attualmente, è possibile accedere al chatbot dai dispositivi Mountain View solo tramite web. Un’integrazione più profonda consentirebbe di avere l’intelligenza artificiale direttamente dalla schermata home e, forse in futuro, anche tramite Ricerca o un’app dedicata.
Recentemente, Google ha presentato Bard, la sua alternativa a ChatGPT, e potrebbe integrarla presto nella Ricerca. Bard è attualmente in fase di test in alcuni paesi, e l’AI di Google è desiderosa di ricevere feedback. L’introduzione del modello di linguaggio PaLM ha reso Bard più potente, ma il suo debutto anticipato a causa della concorrenza ha sollevato preoccupazioni etiche tra i dipendenti. Non è ancora chiaro il funzionamento del widget, ma è probabile che offra più di una semplice scorciatoia alla versione web, fornendo suggerimenti di conversazione e strumenti specifici. Al momento, Bard è accessibile solo a un numero limitato di tester, ma potrebbe estendere la prova ai possessori di dispositivi Pixel con un “pass” speciale per provare la versione sperimentale e saltare la lista di attesa.
Nonostante le preoccupazioni del pubblico, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale continua a ritmo sostenuto. Recentemente, la vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, ha incontrato rappresentanti di quattro aziende, tra cui Alphabet, per discutere del futuro dell’AI e della sua crescita “responsabile”. Nel frattempo, Google sta espandendo la tecnologia integrandola nelle sue app e passando dal modello di linguaggio LaMDA a PaLM.