E’ stato ripreso un momento piuttosto raro: un buco nero che cattura e divora una stella.
In una galassia chiamata NGC 7392 situata a soli 137 milioni di anni luce di distanza, gli astronomi hanno catturato la luce generata da un buco nero supermassiccio che inghiottiva una stella.
Inoltre, è il primo evento del genere catturato sotto una luce non convenzionale. Piuttosto che una radiazione ottica o X, l’evento, denominato WTP14adbjsh, è stato visto tramite infrarossi.
“Trovare questo TDE vicino significa che, statisticamente, deve esserci una vasta popolazione di questi eventi“, afferma l’astrofisico Christos Panagiotou del Kavli Institute for Astrophysics and Space Research del MIT. “Quindi, dovremmo provare a trovarli nell’infrarosso se vogliamo un quadro completo dei buchi neri e delle loro galassie ospiti“.
I buchi neri, se non stanno attivamente accrescendo materiale, sono difficili da individuare. Sono così densi che lo spaziotempo curva intorno a loro, creando una trappola gravitazionale da cui nemmeno la luce può sfuggire. Questo le rende effettivamente invisibili ai nostri strumenti fotosensibili, gli occhi con cui esploriamo il cosmo.
Ecco come funziona
Ma un buco nero attivo è un mangiatore disordinato. I violenti processi di accrescimento nell’estremo regime gravitazionale attorno a loro generano incredibili quantità di luce. Qualsiasi stella che si avvicini troppo sarà prima distorta, poi separata dalla forza gravitazionale, prima di cadere sul buco nero come una pioggia di detriti.
“All’inizio non c’era niente“, dice Panagiotou. “Poi improvvisamente, alla fine del 2014, la sorgente è diventata più luminosa e nel 2015 ha raggiunto un’elevata luminosità, poi ha iniziato a tornare alla sua precedente quiescenza”.
Guardando attraverso altri dati di quella regione del cielo al momento del brillamento raccolti dai sondaggi MAXI (raggi X) e ASAS-SN (ottici) è emerso che WTP14adbjsh non era affatto visibile a quelle lunghezze d’onda.
Tuttavia, il modo in cui la luce brillava e svaniva era esattamente coerente con l’evoluzione di un TDE, attorno a un buco nero supermassiccio di circa 30 milioni di volte la massa del Sole.