Con il nuovo aggiornamento, molti utenti hanno notato movimenti sospetti durante l’uso di WhatsApp. Riscontrati alcuni tentativi di accedere al microfono, persino mentre di dorme. Questa falla nella privacy sembra riguardare soprattutto i dispositivi Android.
Il problema con l’accesso non autorizzato ai microfoni, secondo WhatsApp, è causato da un bug del sistema operativo Android. Quest’ultimo pare stia mostrando delle anomalie in realtà non esistenti. L’azienda ha dichiarato categoricamente che l’app non accede ai microfoni dell’utente senza l’autorizzazione. Il problema è stato sollevato dall’ingegnere di Twitter Foad Dabiri, il quale ha condiviso uno screenshot di una sezione dei dispositivi Android che mostra quando una determinata app accede al microfono. Elon Musk ha condiviso il tweet e ha affermato che “non ci si può fidare di WhatsApp”.
In un altro post, Musk ha sottolineato che WhatsApp è “di proprietà di Meta/Facebook” cercando di evidenziarne i difetti. “Ciò che gli ex dipendenti hanno appreso su Facebook e le modifiche a WhatsApp dovute agli aggiornamenti li ha disturbati molto”. Anche altri utenti hanno riferito di aver riscontrato lo stesso problema di Dabiri con il microfono. Diverse testimonianze sono state pubblicate su Twitter e Reddit, ancor prima che Dabiri ne parlasse apertamente. Basta recarsi nella sezione “Privacy Dashboard” di Google, all’interno dell’app Impostazioni. Questa sezione raccoglie informazioni su come i dati personali vengono utilizzati dalle app su un telefono.
WhatsApp e l’accesso anomalo ai microfoni degli utenti, arriva la smentita dopo le prime accuse
WhatsApp ha replicato che anche nei casi in cui risulta esserci un accesso anomalo al microfono, trattasi solo di un bug che mostra un accesso mai avvenuto. Pare abbia anche addossato le colpe a Google. “Gli utenti hanno il pieno controllo sulle impostazioni del proprio microfono. Una volta concessa l’autorizzazione, l’app accede al microfono solo quando un utente effettua una chiamata o registra una nota vocale o un video. Queste comunicazioni sono protette dalla crittografia end-to-end in modo che WhatsApp non possa ascoltarle”.
Non è la prima volta che l’azienda riceve queste critiche. Per anni gli utenti hanno accusato Facebook e Instagram di averli ascoltati in più occasioni per raccogliere dati e mostrare loro annunci sponsorizzati più pertinenti, cosa che Meta ha sempre fermamente smentito. Molti esperti sostengono che i post sponsorizzati a volte incredibilmente accurati sono semplicemente il risultato degli strumenti pubblicitari dell’app che profilano accuratamente gli utenti, senza bisogno di ascoltarli.