In un’epoca in cui la richiesta di carne di laboratorio è in costante aumento, i ricercatori del Tufts University Center Cellular Agriculture (TUCCA) hanno sviluppato una strategia innovativa: hanno creato cellule staminali bovine immortalizzate (iBSC), che possono crescere rapidamente e, potenzialmente, replicarsi all’infinito.
Questa tecnica rivoluzionaria, riportata sulla rivista ACS Synthetic Biology, potrebbe potenzialmente agevolare l’accesso globale a nuovi prodotti senza la necessità di ottenere ripetutamente nuove cellule attraverso biopsie animali. Questo avvicina un passo di più alla realizzazione di un’industria alimentare
più sostenibile.Nonostante l’interesse mediatico crescente per la carne di laboratorio, i prodotti attuali rimangono costosi e difficilmente accessibili. Le cellule staminali muscolari convenzionali, che vengono estratte da animali vivi per la coltivazione, si dividono solo circa 50 volte prima di iniziare a invecchiare e diventare inutilizzabili. Questo problema è stato affrontato dagli scienziati del TUCCA. Il loro processo di produzione di carne utilizza cellule muscolari e adipose ad alta capacità di crescita e divisione. Queste cellule staminali bovine immortalizzate (o iBSC) offrono vantaggi significativi, tra cui la capacità di produrre una quantità maggiore di massa per la produzione di carne.
Il Dott. Andrew Stout, ricercatore principale del progetto, ha spiegato: “Solitamente, i ricercatori devono isolare singolarmente le cellule staminali dagli animali, un processo costoso e laborioso. Utilizzando queste nuove linee cellulari bovine persistenti, gli scienziati possono ottenere immediatamente ciò che cercano”.
La tecnica innovativa del TUCCA ha consentito di modificare geneticamente le cellule staminali bovine per ricostruire costantemente i loro telomeri, le estremità dei cromosomi spesso associate alla longevità, mantenendo il loro DNA “giovane” e pronto per un altro ciclo di replicazione e divisione cellulare.
Ma l’ingerimento di queste cellule immortalizzate è sicuro? Secondo il Prof. David Kaplan, “non c’è nulla di cui preoccuparsi. Quando le cellule vengono raccolte, conservate, cotte e poi digerite, non c’è possibilità che continuino a crescere o influenzare il nostro DNA”.