News

Smartphone radioattivi, questi dispositivi potrebbero causare problemi di salute

Gli smartphone, come altri dispositivi dotati di antenna, espongono il nostro corpo a radiazioni a radiofrequenza (RFR). Tuttavia, il dato specifico raramente viene esplicitato dai produttori. Per questo motivo, l’Ufficio federale tedesco per la protezione dalle radiazioni (Bundesamt für Strahlenschutz) aggiorna costantemente un database online che include tutti gli smartphone radioattivi presenti sul mercato e i relativi indici Sar (Specific absorption rate). Anche se non vi sono prove sufficienti per affermare un nesso tra l’uso del cellulare e i tumori cerebrali, è consigliabile prendere alcune precauzioni. Evita di utilizzare il cellulare per molte ore di seguito a diretto contatto con l’orecchio e tieni l’apparecchio in una borsa o in una giacca, invece che in tasca.

Smartphone radioattivi: l’elenco completo

Alti livelli di emissione

L’Ufficio federale tedesco mette a disposizione un database online interattivo che consente di effettuare ricerche per marchio, modello e livelli di emissioni. Fra tutti i modelli, il Motorola Edge

svetta negativamente con 1,79 watt di radiazioni per chilogrammo all’orecchio e 1,68 W/kg al corpo. Altri modelli con alti livelli di emissioni includono lo Zte Axon 11 5G, Asus ZenFone 6, OnePlus 6T, e Google Pixel 3 XL.

Livelli bassi di emissione

Per quanto riguarda i dispositivi con i livelli di emissione più bassi, lo Zte Blade V10 è in cima alla lista con 0,13 W/kg, seguito da Galaxy Note 10+ e LG G7 ThinQ. Altri smartphone con bassi livelli di emissione includono Huawei P30, Apple iPhone 11, e Xiaomi Redmi Note 2. Per trovare i dati Sar dei dispositivi più recenti, è possibile consultare le pagine ufficiali dei marchi o fare una ricerca su Google digitando il nome del marchio seguito dal termine “Sar”. Ricorda che la verifica dell’attendibilità delle informazioni è fondamentale.

In definitiva, è importante essere consapevoli delle emissioni di radiazioni del proprio smartphone, ma senza allarmarsi troppo.

Condividi
Pubblicato da
Melany Alteri