Sono stati raccolti circa 100 milioni di dollari per finanziare il progetto. Lo scopo non è solo lanciare Worldcoin, ma offrire criptovaluta gratuita in cambio della scansione dei bulbi oculari di milioni di persone. Durante un viaggio in Europa, dove la tecnologia non è limitata a differenza degli USA, Altman ha testato in prima persona questa tecnologia pensata per analizzare i bulbi oculari e ottenere i dati biometrici. La rilevazione avviene attraverso una sfera d’argento che procede con l’analisi dell’iride per acquisire i dati necessari. Più di 1,5 milioni di persone si sono già iscritte, secondo i dati pubblicati dall’azienda.
La società descrive Worldcoin come una “nuova valuta globale di proprietà collettiva che sarà distribuita in modo equo a quante più persone possibile”, affermando che tutti nel mondo hanno diritto a una quota gratuita di essa. I token Worldcoin, chiamati WLD, sono simili ad altre criptovalute in quanto possono essere utilizzati come riserva di valore o per effettuare pagamenti.
L’arrivo di Worldcoin ha generato una serie di polemiche per la raccolta di dati biometrici cui è associata. Molti sostengono che sarebbe bastato fornire criptovalute gratuitamente senza alcuna necessità di chiedere in cambio uno scanner dei propri occhi. Pare che si faccia leva sull’iniziativa soprattutto nei Paesi in via di sviluppo in cambio di omaggi e denaro. La società afferma che questo approccio unito alla crittografia permette una distribuzione equa e inclusiva.
Dopo aver scansionato l’iride con il dispositivo apposito, che l’azienda chiama “sfera di cromo”, all’utente viene assegnata la quota di Worldcoin corrispondente. Ciò significa che nessuno è in grado di ottenere più della propria quota individuale gratuita prevista, sebbene sarà comunque possibile acquistarla e scambiarla separatamente, proprio come con qualsiasi altra criptovaluta. “Siamo ossessionati dall’idea che nuove tecnologie rivoluzionarie come blockchain e crittografia possano permetterci di fare collettivamente qualcosa che nemmeno i governi sono stati in grado di fare: aumentare l’empowerment individuale e l’uguaglianza di opportunità su scala globale”.