Nature Chemical Biology ha recentemente pubblicato lo studio condotto dal team di ricerca della McMaster University in collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology. Gli esperti avrebbero fatto ricorso all‘intelligenza artificiale per la ricerca di un antibiotico da utilizzare per affrontare l’Acinetobacter baumannii, un batterio presente in ambienti ospedalieri e ritenuto tra i più difficili da combattere poiché particolarmente resistente agli antibiotici. Grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale sono state sufficienti soltanto due ore per poter ottenere un antibiotico efficace.
Il risultato si dimostra straordinario non soltanto perché permetterà di agire tempestivamente in tutte quelle occasioni nelle quali il batterio, in grado di resistere per lunghi periodi sulle superfici, è causa di complicazioni nei pazienti, come infezioni non indifferenti e meningite. Si tratta di una chiara dimostrazione del potere della tecnologia che, come affermato dallo stesso autore dello studio, grazie ai nuovi sistemi di apprendimento automatico permetterà di scoprire nuovi antibiotici in tempi record e a costi ridotti.
In conclusione, sarebbe opportuno conoscere e valutare con consapevolezza le novità e non rinnegarne l’efficacia a priori, tenendo conto di tutte quelle circostanze nelle quali l’applicazione porta con sé dei vantaggi che potrebbero addirittura salvare delle vite.