Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, sta guidando un’offensiva per l’introduzione di una tassa patrimoniale sui risparmi e le proprietà immobiliari con un valore superiore a 500.000 euro. Questa proposta, sostenuta da una serie di emendamenti alla legge delega sulla riforma fiscale, mira a una progressiva armonizzazione dei regimi di tassazione del risparmio e a una riforma generale dell’imposizione sui patrimoni personali.
Patrimoniale: previsi dei cambiamenti?
L’emendamento principale, di cui Fratoianni è il primo firmatario, propone una franchigia assoluta di 500.000 euro, seguita da aliquote progressive. Un altro emendamento suggerisce che la tassazione sull’eredità dovrebbe essere commisurata al valore del patrimonio ereditato, rispettando il principio di progressività. Un terzo emendamento chiede al governo di preservare la progressività e assicurare maggiore equità ed efficienza al sistema di imposizione sul reddito personale attraverso la revisione della tassazione sulla ricchezza e l’introduzione di una imposta ordinaria sostitutiva sui grandi patrimoni.
Fratoianni e i suoi colleghi sostengono che non può esistere giustizia sociale senza un maggiore contributo dei più ricchi per aiutare chi ha di meno. Tuttavia, è improbabile che queste misure vengano approvate, nonostante l’Europa da tempo chieda di allineare la tassazione sulle eredità. Gli esperti del Centro studi Fiscal Focus avvertono che una patrimoniale sopra i 500.000 euro potrebbe devastare il ceto medio italiano, che rappresenta la spina dorsale del Paese e l’unica fonte di reddito per fare cassa.
Inoltre, l’OCSE, l’UE e il Fondo Monetario Internazionale stanno puntando a un tesoretto nascosto nelle case e nei patrimoni che i nostri genitori hanno accumulato in questi anni, spesso sfitte o abbandonate (soprattutto al Sud e nelle regioni meno popolate dai giovani, a caccia di fortuna altrove). Attualmente, la tassa sull’eredità per i parenti in linea diretta (figli o genitori) è al 4% sopra il milione di euro, per i fratelli è al 6%. La sinistra vuole dimezzare la franchigia e renderla «proporzionale». Con una flat tax al 10%, lo Stato incasserebbe 20 volte di più, vale a dire circa 10 miliardi l’anno, secondo i calcoli di Fiscal Focus.