L’esplosione di un powerbank può essere causata da una serie di fattori, tra cui la scarsa qualità del dispositivo, l’uso improprio e le condizioni ambientali. Questi dispositivi, essenzialmente batterie esterne di riserva, possono trasferire la loro carica a dispositivi portatili come smartphone e tablet. La loro capacità può raggiungere fino a 90.000-100.000 milliamperora (mAh), rendendoli potenti ma anche potenzialmente pericolosi se non gestiti correttamente.
I powerbank, come tutte le batterie agli ioni di litio, sono sensibili alle alte temperature. Possono resistere fino a 80-100 gradi, ma il surriscaldamento può essere causato da diversi fattori. Questi includono la temperatura esterna, come quando il dispositivo viene lasciato sotto il sole per ore, o danni meccanici, come urti o schiacciamenti che deformano le componenti interne.
Tuttavia, la causa principale del surriscaldamento è l’uso improprio del dispositivo.
Se una powerbank viene caricata per un periodo prolungato con cavi o adattatori non certificati, che non controllano adeguatamente il trasferimento dell’energia, può verificarsi un fenomeno di sovraccarico che aumenta la temperatura interna della batteria. Quando la temperatura supera una certa soglia critica, il materiale degli elettrodi e dei separatori si degrada, innescando reazioni irreversibili che generano ulteriore calore e gas. Questo può far gonfiare la batteria fino al punto di esplodere, a volte anche con fiamme.Fortunatamente, tali incidenti sono rari. Le powerbank di alta qualità sono dotate di sistemi di sicurezza che disinnescano la batteria in caso di surriscaldamento e aprono valvole per il rilascio dei gas. Tuttavia, è fondamentale che i consumatori siano consapevoli dei rischi e prendano le dovute precauzioni quando utilizzano questi dispositivi.