L’uso di carte di credito, bancomat e altre forme di pagamento elettronico è in costante crescita in Italia, spinto da una serie di provvedimenti governativi volti a ridurre l’uso del contante e a combattere l’evasione fiscale. Questi provvedimenti includono l’introduzione del sistema di Cashback nel 2020, che rimborsa il 10% delle spese effettuate presso negozi fisici con il POS, e la limitazione dell’uso del denaro contante a 5 mila euro.
Bancomat, chi è costretto a pagare la sanzione?
Tuttavia, un anno fa veniva introdotta la legge che tutt’oggi prevede una multa di 30 euro per i commercianti che rifiutano i pagamenti elettronici. Questa, entrata in vigore il 30 giugno 2022, è stata oggetto di molte critiche da parte dei commercianti, già duramente colpiti dalla crisi economica causata dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina. Inoltre, ci sono dubbi su come questa norma sia applicata nella pratica, dato che dovrebbe essere lo stesso cliente a segnalare il rifiuto del pagamento elettronico a un pubblico ufficiale.
Nonostante le controversie, l’introduzione di questa multa rappresenta un ulteriore passo verso la digitalizzazione dei pagamenti in Italia. Tale processo, sebbene non privo di sfide, ha il potenziale di migliorare la tracciabilità dei movimenti finanziari e di combattere l’evasione fiscale. Dunque, è importante educare i consumatori sull’uso dei pagamenti elettronici e sui loro diritti in caso di rifiuto.
Questo può includere la sensibilizzazione sulle leggi e le regolamentazioni relative ai pagamenti elettronici, così come l’informazione su come segnalare i commercianti che rifiutano tali pagamenti. In questo modo, i consumatori possono essere meglio equipaggiati per navigare nel crescente mondo dei pagamenti digitali.