Rabona Mobile aveva addirittura interrotto le chiamate. A inizio marzo, i clienti avevano praticamente rinunciato agli SMS, stessa sorte capitata alla connessione Internet a metà aprile. Il gestore è rimasto in silenzio per parecchio tempo, prima di parlare e dire finalmente la sua riguardo cosa sta accadendo da qualche mese
È stata così pubblicata sul sito ufficiale una lettera aperta indirizzata ai clienti, le vere vittime della condizione attuale, e alle associazioni dei consumatori, responsabili di tutelare i diritti del clienti.
Sono stati spiegati i fatti dalla propria prospettiva e il nome sotto accusa è quello di Vodafone. Il colosso mette a disposizione tramite Plintron la propria infrastruttura. Sotto attacco anche Agcom che, secondo Rabona, non ha richiamato nessuno ai propri doveri.
Rabona Mobile, i fatti nel dettaglio
Rabona racconta di aver richiesto a Vodafone di fornire le migliori condizioni tecniche ai suoi clienti, dopo che quest’ultimo aveva incassato un contratto di 18 milioni di euro. Tuttavia, la reazione è stata contraria e inaspettata, con tanto di minaccia di Vodafone di staccare i servizi.
Agcom viene quindi subito contattata e Rabona spera in una sua difesa. Così non è stato. Anzi, l’operatore racconta che il tentativo sarebbe stato inutile, tanto che Plintron, poco dopo, ha reso inaccessibile vari servizi ai suoi clienti.
Vodafone e Agcom ancora devono commentare ufficialmente l’accaduto, ma intanto vi riportiamo di seguito la lettera dell’operatore virtuale, dove cerca di spiegare ai suoi clienti cosa sia effettivamente successo in questi mesi:
“Gentili Clienti, spettabili Associazioni dei Consumatori,
mai avremmo voluto vivere il dramma di questo comunicato e tantomeno farVi patire i disagi degli ultimi due mesi, nei quali, soffrendo e lottando, abbiamo continuato a batterci, anche per Voi, subendo ogni forma di ingiustizia e dileggio.
Lo abbiamo fatto in silenzio non per mancanza di rispetto nei Vostri confronti ma per l‘enorme fiducia che avevamo e continuiamo ad avere nelle istituzioni.
A denti stretti, abbiamo rispettato la consegna del silenzio anche di fronte a una trasmissione televisiva (Striscia la Notizia, ndr) che ci ha dipinto come omertosi.
[…]
Siamo colpevoli di essere una piccola azienda che è cresciuta senza patrocinio, formata da persone che pretendono di difendere i propri diritti e quelli dei loro clienti. Purtroppo, non tutti tollerano questo modo di operare: quando abbiamo rivendicato l’adempimento di un contratto, in esecuzione del quale avevamo già pagato 18 milioni di euro, condizioni tecniche migliori per i nostri clienti e rispetto delle norme regolamentari, Vodafone ha minacciato – come è solita fare – il distacco. Avendo informato l’Autorità dell’indebita pressione, ci siamo illusi che Vodafone e il suo braccio operativo, l’aggregatore Plintron, rispettassero le direttive impartite o che, comunque, l’AGCOM vigilasse sul loro rispetto.
Quando, però, Plintron ha cominciato a mettere in atto il cronoprogramma di distacco unilaterale voluto da Vodafone, mentre questa si adoperava nel trattare le nostre rinunce, abbiamo appreso che qualcuno all’interno dell’Autorità ha avuto informale interazioni con l’aggregatore che, forte del sostegno che afferma di aver ricevuto, ieri ha spento anche la voce dei nostri clienti. E tanto, nonostante avessimo anche offerto 1.500.000 euro solo per consentire un’uscita ordinata nel rispetto dei diritti acquisiti dai nostri clienti.
Naturalmente, quanto esposto è oggetto di giudizi intrapresi innanzi all’Autorità Giudiziaria.
Tuttavia, riteniamo doveroso rompere il muro del silenzio e, perciò, invitiamo tutti gli utenti e le Associazioni dei Consumatori che si sono interessate della vicenda a contattare la nostra società per confrontarci e, eventualmente, sin da lunedì, visionare la documentazione ostensibile che dimostra che ciò diciamo è la pura verità.
Promettiamo che continueremo a batterci sempre per i nostri clienti, i nostri dealers, la nostra reputazione.
Ringraziamo tutti coloro che ci hanno onorati avendoci scelto!
Vi aspettiamo…per la verità.”