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Google a un bivio: vendita di settori dell’azienda in vista? Cosa potrebbe cambiare

Sono anni ormai che si parla di abuso di potere da parte di Google. L’Europa ha deciso che l’azienda dovrebbe vendere alcuni settori dell’attività per compensare l’abuso del suo dominio.

Separare la parte business da quella prettamente pubblicitaria potrebbe essere l’unico modo per affrontare questa problematica accontentando sia Google che le autorità di regolamentazione in Europa. L’Unione Europea ha affermato che Google ha sempre favorito le proprie pubblicità rispetto a quelle della concorrenza. Tutto utilizzando il proprio dominio su Internet per rafforzare ulteriormente il controllo. Ha abusato di questa posizione dominante dal 2014, secondo le autorità. Per questo vendere almeno una parte dell’attività pubblicitaria sarebbe un ottimo modo per evitare tali preoccupazioni.

I cosiddetti “rimedi comportamentali” – che costringono l’azienda a comportarsi in modi specifici ma senza modificare la proprietà o la struttura dell’azienda – non funzionerebbero a lungo termine. Sebbene Google sia probabilmente conosciuto soprattutto per il suo motore di ricerca, così come per altri prodotti come Android e YouTube, la fonte principale di guadagno è attraverso la pubblicità. Ricordiamo che vende anche spazi pubblicitari sui propri siti Web e app, oltre a offrire un mercato che consente a inserzionisti ed editori di pubblicare i propri annunci.

Google potrebbe presto vendere alcuni settori della sua attività su ordine delle autorità europee

L’azienda gestisce una serie di prodotti volti a promuovere il settore pubblicitario. Tuttavia, l’UE sostiene che il ruolo centrale che svolge in tale mercato ha reso l’azienda in grado di abusare della sua piattaforma, consentendole, ad esempio, di addebitare commissioni più elevate sugli annunci. La dichiarazione delle autorità europee a riguardo hanno lo scopo di dare a Google il tempo di opporsi a qualsiasi risultato concerne questa problematica, prima dell’eventuale esito definitivo delle indagini.

Il nuovo caso fa parte di un’indagine iniziata nel 2021. In tale anno l’UE ha avviato un procedimento formale contro Google e la sua possibile condotta anticoncorrenziale nel settore della pubblicità online. Nell’ambito di tali indagini, l’UE è in grado di multare la società fino al 10% del suo fatturato mondiale. Inoltre, può imporre norme che le impedirebbero di primeggiare sulla concorrenza. Può imporre qualsiasi rimedio che ritenga possa porre fine a tale comportamento scorretto.

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Pubblicato da
Rosalba Varegliano