L’idea di trasmettere energia solare dallo spazio alla Terra non è nuova, ma è solo di recente che è diventata una realtà concreta e a portata di mano. Questo concetto, proposto per la prima volta nel 1968 da Peter Glaser, un ingegnere della NASA, è ora stato realizzato con successo da un team di ricercatori del California Institute of Technology (Caltech).
Il team ha sviluppato un prototipo, lo Space Solar Power Demonstrator (SSPD-1), che è riuscito a catturare la luce solare, convertirla in elettricità e inviarla a dei ricevitori installati su un tetto del campus di Pasadena. Questo esperimento ha anche confermato che il dispositivo può sopravvivere a un viaggio nello spazio.
L’energia solare spaziale è sempre stata considerata un Santo Graal per la comunità scientifica. Nonostante i costi elevati nella sua forma attuale, il potenziale è enorme: energia rinnovabile illimitata
, con pannelli solari nello spazio che raccoglierebbero la luce solare 24 ore al giorno, indipendentemente dalla copertura nuvolosa. Oltre al team del Caltech, anche l’agenzia spaziale giapponese, JAXA, ha annunciato una partnership pubblico-privata con l’obiettivo di inviare energia solare dallo spazio alla Terra entro il 2025. Nel 2015, gli scienziati della JAXA sono riusciti a trasmettere 1,8 kW a un ricevitore wireless a più di 50 metri di distanza, un passo importante verso la realizzazione di questo obiettivo.Tutti questi sviluppi rappresentano un passo significativo verso un futuro in cui l’energia solare spaziale potrebbe diventare una fonte di energia rinnovabile affidabile e costante. Sebbene ci siano ancora molte sfide da superare, la possibilità di sfruttare l’energia solare spaziale è più vicina che mai.