I geroglifici, come risaputo, sono una particolare forma di scrittura monumentale tipica degli antichi egizi. Il loro ritrovamento da parte di storici ed archeologi, nel corso della storia, è da sempre un evento di grande rilevanza culturale. In quanto ci forniscono continue e nuove informazioni relative ai Popoli e alle culture che ci hanno preceduto.
A tal proposito, è recente la notizia della scoperta di nuovi enormi geroglifici presso il deserto di Nazca, in Perù.
Non è la prima volta che Nazca offre tesori di questo genere, numerose sono le scoperte di geroglifici avvenuti sul suo territorio.
Tuttavia, la notizia attuale di un nuovo ritrovamento, emoziona non solo per la scoperta in sé, ma perché questo è stato reso possibile grazie all’ applicazione dell’intelligenza artificiale.
Il deserto di Nazca è patrimonio dell’ UNESCO, e i geroglifici in esso riscoperti sono risalenti a 2400 anni fa e ne sono circa 350, tra rappresentazioni di ragni, balene, scimmie, disegni geometrici e molto altro ancora che, secondo alcuni studiosi, venivano realizzati nel corso di alcune cerimonie processuali.
È stato un gruppo di ricerca dello Yamagata University Institute di Nazca e IBM Japan a scoprire gli ultimi tre geroglifici rilevati.
Si tratta di un paio di gambe d
L’applicazione di questa tecnologia si è dimostrata 21 volte più efficiente rispetto al lavoro di un archeologo esperto. Inoltre, essa si è rivelata essere molto utile anche per il ritrovamento di geroglifici dalle fotografie aeree. Questa nuova applicazione dell’intelligenza artificiale in ambito archeologico è davvero un evento fondamentale ed importante, in quanto, è nostro dovere proteggere questi reperti storici rappresentanti delle culture del passato e che rischiano di essere perduti per sempre a causa delle erosioni e dei cambiamenti climatici cui essi sono costantemente sottoposti.