ChatGPT, il chatbot di OpenAI, ha affrontato la sfida di svolgere un tema d’esame di maturità, ottenendo un risultato interessante. Il tema assegnato era “Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp”, e il risultato, sebbene privo di errori di sintassi, è stato giudicato mediocre per la mancanza di una riflessione critica, ottenendo un punteggio di 12 su 20.
ChatGPT: l’intelligenza artificiale ottiene una bella sufficienza
Il professore di Lettere e Filosofia del Liceo Scientifico F. Vercelli di Asti, Alberto Banaudi, ha esaminato il tema prodotto da ChatGPT. Secondo Banaudi, il tema è “anemico“, manca di una riflessione drammatica e critica. Nonostante la correttezza del testo, il prof ha sottolineato che manca uno stile distintivo, sembrando più una confluenza statistica di opinioni a favore dell’attesa.
Banaudi ha anche osservato che il tema non presenta un riferimento all’esperienza personale, come richiesto dalla traccia, e manca di riferimenti storici o letterari. Inoltre, ha sottolineato che non affronta le cause del fenomeno dell’attesa, rendendo il tema monco in partenza. Il professore ha suggerito che un tema ideale avrebbe incluso riferimenti personali, un richiamo al tema dell’epistolario in contrasto con WhatsApp, attingendo alle esperienze dei nonni. Avrebbe anche dovuto includere un richiamo al concetto di attesa nell’antichità, o anche giocare in modo provocatorio con il tema. Ad esempio, avrebbe potuto confutare completamente il tema e citare “Il deserto dei Tartari” di Dino Buzzati come esempio di un’attesa logorante per qualcosa che non arriva mai.
Nonostante queste critiche, Banaudi ha riconosciuto che il tema è ben svolto, pulito, semplice e corretto, e per questo una traccia simile letta poi dalla commissione viene valutata come sufficiente o discreta.