Il progetto di MX-5 comincia ad avere qualche anno sulle spalle, ma rimane entusiasmante ed è ora aggiornato da tanti sistemi di sicurezza e aiuti alla guida.
Rimane una macchina particolare, unica e che sa emozionare grazie al piacere di guida che ha saputo regalare alle schiere di appassionati che la venerano.
Mazda identifica il suo design con il termine Kodo: la bellezza e la praticità vanno di pari passo.
Sinceramente sulla Mazda MX-5 io trovo che il peso di questo bilanciamento penda un poì più verso la bellezza e sull’unicità del progetto nel mercato motoristico.
I fari a LED sono potentissimi e belli cattivi, il cofano è lungo per ospitare il motore longitudinale e le fiancate muscolose sono arricchite dalle minigonne nere del nostro allestimento Homura, che prevede anche la colorazione Crystal Red, che cattura gli sguardi dei curiosi.
Abbiamo provato la versione Soft Top: la capote è quindi in tela si apre e si chiude manualmente in pochi secondi, viaggiare a tettuccio scoperto e col vento tra i capelli ha un grandissimo fascino.
Irrinunciabile viaggiare con la capote abbassata nelle sere d’estate quando si passa nelle vie del centro o davanti ai locali, vorrete far sapere che siete alla guida di una macchina che io definirei sexy.
Come dicevo la bilancia pende verso la bellezza, ed essendo una macchina a due posti secchi molto corta e con pochi fronzoli c’è qualche sacrificio da fare in termini di abitabilità.
L’abitacolo ha saputo accogliere chi vi scrive, alto 187 cm e che pesa (ahimè) più di 90 Kg, e grazie al volante regolabile in profondità, ho trovato la triangolazione perfetta tra sedile, pedali e sterzo.
Il comfort a bordo non manca: nel nostro allestimento sono presenti i bellissimi sedili sportivi in alcantara della Recaro, i materiali sono nobili, nessuno scricchiolio, tutte le plastiche sono di qualità.
Il climatizzatore è automatico, nonostante sia monozona è efficacissimo e potente.
Nel nostro allestimento presenti anche i sedili riscaldati.
A mancare è proprio un po’ di spazio, mi sono ritrovato a guidare quasi sempre con la capote aperta (in effetti è così che deve essere usata), i vani portaoggetti sono pochi (ci sono 2 pozzetti dietro i sedili e un pozzetto più ampio tra i sedili).
Le portiere non hanno tasche, si riesce giusto ad incastrare un pacchetto di fazzoletti.
Anche il baule è di dimensioni ridotte: potete mettere un trolley e due/tre zainetti non di più, la capienza è infatti di soli 130 litri.
Come anticipato gli anni del progetto si cominciano a notare, tutto il comparto multimediale è gestito da un display da soli 7 pollici basato sul sistema Mazda Connect con navigatore satellitare.
La risoluzione non è molto elevata e siamo ormai abituati a diagonali ben più generose, il touch non è molto sensibile: meglio muoversi con la rotellona presente sul tunnel centrale, più rapida e precisa.
Sarebbe bello vedere un aggiornamento con un display più generoso con una maggior reattività, per fortuna integra Apple CarPlay e Android Auto.
Davvero valido l’impianto audio Bose con nove altoparlanti, peccato che l’insonorizzazione a capote chiusa non è paragonabile a quella di un tettuccio rigido e non si riesce ad apprezzare a pieno questo impianto.
Presenti diversi sistemi di ausilio alla guida: retrocamera posteriore con buona definizione e sensori di parcheggio posteriore.
Il cruise control, purtroppo non adattivo ma molto comodo da governare direttamente dal volante, sistema di frenata di emergenza con avviso di collisione imminente.
Non manca il blind spot detection che ci avvisa di un ostacolo nell’angolo cieco con un avviso luminoso sul retrovisore, il lane assistant che emette una vibrazione quando superiamo la linea di mezzeria e il sistema di riconoscimento dei segnali stradali.
L’allestimento Homura della nostra prova adotta sospensioni Bilstein, barre a duomi nel cofano, potenti pinze freno marchiate Brembo, cerchioni da 17 BBS ed il motore aspirato SKYACTIV G 2.0L 184 CV, longitudinale, 205 nm di coppia e trazione rigorosamente posteriore!
Il motore ama girare alto, in basso ci vorrebbe un poco di coppia in più, ma in compenso si può arrivare a farlo urlare fino a 7.500 giri!
I consumi dei nostri 700 stressanti km di prova si sono stabilizzati a 14 km/l.
Il cambio è manuale, 6 rapporti, famoso tra tutti gli appassionati di motori per la sua precisione, che definirei balistica.
La leggerezza della macchina aiuta ad ottenere prestazioni davvero interessanti, 0-100 coperto in 6,5 secondi.
Ma non bisogna guardare la pura prestazione o cercare il traverso di potenza: la piccola Miata è da apprezzare perché è una macchina in grado di regalare un grande piacere di guida grazie ai poco più di mille kg di peso, al bilanciamento dei pesi 50 e 50 e alla centralizzazione delle masse con il suo baricentro basso.
Il nostro allestimento con i vari optional costa circa 41 mila euro e vi confessiamo, col rischio di cadere nel banale, che questa piccola Miata ci ha conquistato.
Lei semplicemente è diversa dalle altre auto, nel bene e nel male, e mi sento di dire che se dovessi pensare ad un auto dal prezzo tutto sommato accessibile e che tra trent’anni potrebbe ancora avere fascino penso a lei, magari anche nella più accessibile versione 1.5 litri sempre con capote in tela.