Lo Smartphone è diventato ormai il dispositivo elettronico più utilizzato al mondo. Questo infatti, ha inglobato in sé una così vasta quantità di funzioni e servizi da essere diventato praticamente indispensabile nella vita di tutti i giorni, non solo dal punto di vista personale, ma anche e soprattutto professionale.
Secondo una stima è stato infatti riscontrato che circa il 30 % delle persone navigano su Internet per ⅗ ore al giorno.
Mentre altre trascorrono ancora molto più tempo, a scorrere tra le varie piattaforme e ad utilizzare il dispositivo per giochi, foto, chiamate e molto altro ancora. Ad oggi, infatti, ogni persona vista per strada possiede sempre un telefono tra le mani, da cui difficilmente si divide.
Smartphone e caricabatteria, quali evitare
Naturalmente l’utilizzo costante del telefono comporta anche che quest’ultimo debba essere caricato sempre più spesso. Più un cellulare viene utilizzato più i livelli di batteria diminuiscono, fino a rendere necessaria ogni volta una nuova ricarica.
Spesso può capitare che trovandosi in luoghi pubblici, e col rischio che il nostro dispositivo si scarichi fino a spegnersi completamente, subentri la necessità di ricaricarlo. Ecco che le prese elettriche e le porte USB pubbliche, che ormai troviamo ovunque, come aeroporti, centri commerciali, ristoranti ecc…, arrivano in nostro soccorso.
Niente di più sconsigliato da fare.
Il juice jacking, secondo quanto riportato dall’ Fbi di Denver su un post di Twitter, è infatti il nome della tecnica che viene utilizzata dai malfattori per rubare e copiare i dati presenti sul nostro smartphone nel momento in cui essi sono collegati a porte USB pubbliche.
Infatti quando associamo il nostro telefono ad una presa USB, essa non funge solo da ricarica, ma è una vera e propria porta d’accesso al nostro dispositivo.
Per questa ragione, gli hacker hanno escogitato un modo per inserire al loro interno malware e software che sono in grado di intrufolarsi nel nostro cellulare e copiare tutti i nostri dati. Un via libera per foto, codici, password, appunti. Insomma tutto ciò che è presente sul nostro dispositivo e che può essere utilizzato per entrare sui nostri conti bancari o per altre attività illecite.
Tutto questo senza nemmeno che il criminale in questione faccia manualmente qualcosa. Il furto dati avviene in maniera così automatica e veloce da essere impossibile da prevedere o anche solo immaginare che possa accadere.
Come difendersi
A tal proposito, si danno alcuni utili consigli da seguire per prevenire eventuali tentativi di hackeraggio. Innanzitutto, con l’acquisto di una power bank, ovvero il caricabatterie portatile, siamo praticamente al sicuro da ogni tentativo che mini la nostra privacy. Tuttavia, se non ne possediamo una o risulti scarica anche lei, possiamo utilizzare una presa di corrente a cui collegare il nostro caricabatterie. Ed evitare in questo modo di applicare solamente il cavo elettrico, in quanto è proprio il cavo associato ad una porta USB a consentire l’accesso al nostro dispositivo.
Tuttavia, sia iOS sia Android, ogni volta che uno smartphone viene associato ad una entrata usb, mostra all’utente un messaggio di avviso sullo schermo del cellulare, attraverso il quale si chiede all’utente se procedere solamente con la carica della batteria o consentire anche la condivisione dei dati. Ma nel peggiore dei casi, vi possono essere hacker in grado di poter eludere anche questo passaggio. Dunque per evitare qualsiasi tipo di problema si raccomanda di seguire i consigli sopracitati.
Da evitare assolutamente sono anche le reti wi-fi libere. Anche queste ultime consentono infatti un libero accesso ai contenuti del nostro dispositivo che avviene, in particolare modo, attraverso l’accettazione dei cookie.