La Macquarie University ha sviluppato un sistema basato sull’intelligenza artificiale chiamato Apate, dal nome della divinità greca dell’inganno, con l’obiettivo di contrastare le truffe telefoniche. Nello specifico di tratta di un chatbot multilingua progettato per intrattenere conversazioni realistiche con i truffatori, tenendoli al telefono il più a lungo possibile e riducendo così il tempo che possono dedicare alle vere vittime.
Truffe: in che modo Apate intrattiene i malintenzionati?
Il sistema è stato sviluppato analizzando le telefonate truffaldine e identificando gli elementi di social engineering utilizzati dai truffatori. Queste informazioni sono state poi utilizzate per addestrare un modello di apprendimento automatico che permette al chatbot di riconoscere e rispondere in modo credibile ai tentativi di truffa.
Apate utilizza un sistema di intelligenza artificiale per simulare la voce di una persona, convincendo i truffatori di star parlando con una potenziale vittima. Nei test effettuati, il sistema è riuscito a intrattenere l’interlocutore per circa cinque minuti, un tempo ancora lontano dall’obiettivo di 40 minuti, ma comunque significativo.
Il sistema è attualmente in attesa di brevetto e potrebbe essere proposto ai vari operatori di telecomunicazioni. Il professor Dali Kaafar, direttore esecutivo del centro di sicurezza informatica della Macquarie University, ha espresso entusiasmo per il potenziale del sistema di “rompere il modello di business delle telefonate-truffa e renderlo non profittevole”. Apate può anche essere adattato a varie lingue, rendendolo utilizzabile in tutto il mondo.
Come spiega Kaafar, “Le telefonate di truffa sono gestite da gruppi criminali e al momento solo una piccola frazione dei criminali viene catturata. Anche il denaro viene recuperato raramente“. Così, durante un pranzo di famiglia, è nata l’idea.