La questione delle radiazioni emesse dagli smartphone è un argomento di crescente interesse. Nonostante non ci siano prove scientifiche definitive sulla pericolosità dei dispositivi, l’attenzione del pubblico e degli esperti è sempre più alta. Gli smartphone, infatti, sono diventati un’estensione del nostro corpo, sempre presenti nelle nostre mani, nelle nostre tasche o vicino a noi quando dormiamo. Proprio per questo è necessario prevenire danni che a lungo tempo diventano irreparabili.
Le radiazioni emesse dagli smartphone sono misurate attraverso il valore SAR (Specific Absorption Rate), che esprime la quantità di energia elettromagnetica assorbita dal corpo umano quando viene esposto a un campo elettromagnetico a radiofrequenza. Più basso è il valore, meno radiazioni emette lo smartphone.
Un’indagine recente di BanklessTimes ha rivelato quali smartphone emettono più radiazioni a radiofrequenza elevata. In cima alla lista si trova il Xiaomi Mi A1, con un SAR di 1,75 watt per chilogrammo. Seguono il OnePlus 5T
con un SAR di 1,68 W/kg e il Huawei Mate 9 con un SAR di 1,64 W/kg. Anche l’iPhone 7 e l’iPhone 8 di Apple compaiono nella lista, con un SAR rispettivamente di 1,38 e 1,32 W/kg. È importante sottolineare che il livello di radiazioni emesse da uno smartphone può variare in base a diversi fattori, tra cui il dispositivo, il modello, l’anno di produzione, la potenza dell’antenna di trasmissione e la distanza dalla torre cellulare più vicina.Nonostante l’attenzione crescente sulle radiazioni emesse dagli smartphone, non esistono ancora linee guida universali per i livelli di emissioni nocive. Tuttavia, in Germania, i telefoni cellulari vengono certificati con una certificazione ecologica chiamata ‘Der Blaue Engel’ (Angelo Blu) in base al loro tasso di assorbimento specifico.
In ogni caso è fondamentale essere informati e consapevoli delle potenziali implicazioni per la salute legate all’uso degli smartphone e ricordare che la ricerca scientifica su questo argomento è ancora in corso.