Il futuro del canone Rai, la tassa annuale per il finanziamento del servizio pubblico radiotelevisivo in Italia, è attualmente in discussione. Il nuovo amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, ha espresso l’intenzione di garantire risorse “adeguate, certe e stabili” per l’azienda, con l’obiettivo di trasformare la Rai in una “digital media company”. Questo significa che la Rai mira a intercettare il pubblico ovunque si trovi, in qualsiasi momento e su qualsiasi dispositivo, senza limitarsi alla distribuzione tradizionale.
Canone Rai: cosa cambierà a breve?
Il canone Rai rappresenta il 69% delle risorse dell’azienda, con entrate nel 2021 che hanno sfiorato gli 1,82 miliardi di euro. Dal momento che questo è stato trasferito nelle bollette elettriche, il numero di paganti è aumentato e il tasso di evasione è sceso drasticamente. Tuttavia, la Rai riceve solo circa l’86% di quanto pagato dall’utente, il resto va a coprire i costi di gestione del sistema di riscossione. L’obiettivo dichiarato dai vertici Rai è che il canone rimanga in bolletta, ma che l’intero importo vada alla Rai.
Se il canone dovesse essere rimosso dalle bollette, sarebbe necessario trovare un’alternativa efficace per garantire le entrate. Inoltre, la pubblicità, che è la seconda fonte di finanziamento della Rai, potrebbe non essere in grado di compensare la perdita del canone, dato che le aspettative per le entrate pubblicitarie sono in calo.
Nel frattempo, la Rai sta cercando di ridurre i costi attraverso l’internalizzazione di molte produzioni e l’uso più razionale delle sedi locali. L’indebitamento dell’azienda ammonta a 580 milioni di euro, e la strategia per affrontare questo problema rimane incerta. In questo contesto, il futuro della Rai e del canone Rai è incerto. Le decisioni prese avranno un impatto significativo non solo sulla Rai, ma anche sui telespettatori italiani e sul panorama mediatico del paese.