Nelle prime ore del 18 luglio, il Solar Dynamics Observatory della NASA ha registrato un’esplosione spettacolare e prolungata sul Sole. Questo brillamento è stato generato da una macchia solare sette volte più grande della Terra, situata nella regione attiva AR 2860. Le esplosioni solari, o eruzioni, sono fenomeni comuni sulla superficie del Sole, ma la loro intensità e frequenza possono variare.
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Le eruzioni solari sono esplosioni di radiazione che avvengono quando l’energia magnetica accumulata nell’atmosfera solare viene rilasciata. Queste possono produrre onde di particelle cariche, note come vento solare, che viaggiano attraverso il sistema solare a velocità elevatissime. Quando queste particelle raggiungono la Terra, possono interagire con il campo magnetico terrestre, causando tempeste geomagnetiche.
Queste ultime possono avere effetti significativi sulla Terra, come interferire con le comunicazioni radio, danneggiare i satelliti e le reti elettriche, e creare spettacolari aurore nei cieli notturni. Tuttavia, il campo magnetico terrestre protegge la superficie del pianeta dalle particelle cariche, rendendole un fenomeno principalmente di interesse per la tecnologia e l’astronomia.
La recente esplosione solare è stata classificata come un evento di classe M, il secondo più potente nella scala che classifica le eruzioni solari. Nonostante la sua potenza, gli esperti non prevedono che causerà disturbi significativi sulla Terra. Tuttavia, gli astronomi stanno monitorando attentamente la situazione, in quanto le eruzioni solari possono essere imprevedibili e le loro conseguenze possono variare a seconda di una serie di fattori, tra cui la direzione dell’eruzione e la velocità del vento solare.