Un gruppo di scienziati australiani ha scoperto un fenomeno spaziale intrigante: un oggetto misterioso che emette onde radio ogni 22 minuti, da circa 33 anni. Questi impulsi elettromagnetici, di durata di circa cinque minuti, provengono tutti dalla stessa fonte, una costante che ha suscitato molte domande tra gli esperti. Si tratta forse di alieni?
La scoperta, fatta dal team internazionale di astronomi alla Curtin University in Australia, è stata pubblicata su Nature. Tuttavia, nonostante l’analisi approfondita, gli scienziati non sono ancora in grado di identificare con certezza l’origine di questi segnali.
Una delle ipotesi più affascinanti, ma al momento considerata troppo azzardata, è che i segnali possano essere inviati da una forma di vita extraterrestre. La regolarità con cui i segnali vengono captati potrebbe suggerire un’intelligenza dietro di loro, ma servirebbero maggiori indizi per seguire questa pista.
L’ipotesi più accreditata è che l’oggetto misterioso possa essere una “magnetar“, un tipo di stella di neutroni estremamente compatta e radioattiva, originata dal collasso di una stella. Le magnetar rilasciano periodicamente flussi di particelle nello spazio
, esplosioni di energia particolarmente potenti che possono durare da pochi secondi a interi minuti. Questo potrebbe spiegare le misteriose onde elettromagnetiche rilevate dagli scienziati australiani. Il corpo celeste in questione, denominato Gpm J1839-10, è stato osservato utilizzando le antenne del Murchison Widefield Array (Mwa), un radiotelescopio situato nell’Australia Occidentale. Sorprendentemente, gli esperti hanno scoperto che l’oggetto era rimasto “nascosto” nei dati d’archivio per ben 33 anni.La possibile magnetar si trova a circa 15.000 anni luce di distanza dalla Terra, nella costellazione dello Scutum. Se confermata, sarebbe la seconda “stella di neutroni” del suo genere ad essere scoperta, quella che dà origine alle più lunghe esplosioni di neutroni mai osservate.
La scoperta di questo oggetto misterioso che emette onde radio è straordinaria, come ha affermato l’autrice principale dello studio, la dott.ssa Natasha Hurley-Walker. Se l’ipotesi della magnetar fosse confermata, ci troveremmo di fronte a un rarissimo tipo di magnetar “a periodo ultra lungo”, un fenomeno che potrebbe aprire nuove frontiere nella comprensione dell’universo.