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Google consuma sempre più acqua: ma in che senso?

Innanzitutto, non pensate a Google come motore di ricerca, ma come come ad un omino che beve una quantità esagerata di acqua. Negli ultimi tempi l’azienda ha pubblicato il suo Rapporto Ambientale riferito all’anno 2022 fornendo una panoramica sui consumi attuali di risorse e sulla strategia usata per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità autoimposti. Dai dati è emerso che il consumo di acqua per i suoi data center e uffici è cresciuto del 20%.

Il consumo esponenziale di acqua di Google

L’obiettivo di Google ora è di quello reintegrare il 120% di acqua consumata in questi anni. Nel 2022 ha utilizzato complessivamente 21,2 miliardi di litri di acqua, di cui ben 19,7 miliardi di litri solo per gestire i data center. L’anno precedente, i data center di Google avevano utilizzato invece 16,4 miliardi di litri. Ciò indica un aumento esponenziale, come detto prima, del 20%.

Se invece si considera il consumo complessivo di acqua di tutte le attività di Google

si sale a 28,77 miliardi di litri di acqua nel 2022, rispetto ai 23,84 miliardi del 2021 e ai 21,53 miliardi del 2020.

Google si è data come obiettivo il reintegrare la maggior parte dell’acqua consumata entro il 2030, ma per adesso, secondo i dati dell’ultimo report è solo al 6%.

Poiché Google non ha il potere di “produrre acqua”, queste reintegrazioni sono perlopiù strategie per la conservazione dell’acqua nelle località in cui c’è maggiore scarsità. L’idea comprende la creazione di progetti per migliorare la salute dei bacini idrografici, intervenendo positivamente sulla qualità dell’acqua e sull’accesso dell’acqua per le comunità e la biodiversità.

Un’azienda così grande deve adoperarsi necessariamente per operare verso una maggiore sostenibilità ambientale e probabilmente avrebbe dovuto attivarsi molto prima. In questi anni continua a creare nuovi prodotti, ad aumentare i guadagni, ma tuttavia pare non investirli come aveva promesso.

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Pubblicato da
Rossella Vitale