La privacy e la sicurezza tecnologica sono un fenomeno molto sottovalutato al giorno d’oggi e un esempio perfetto di ciò nella società moderna sta nella facilità con cui forniamo dati personali, bancari e file multimediali privati ai siti su cui ci registriamo senza nessuna garanzia.
‘Se non stai pagando per il prodotto, allora il prodotto sei tu’ è una massima estremamente calzante e rappresenta perfettamente la situazione nella quale ciascuno di noi si viene a trovare avendo a che fare quotidianamente con social network e siti web.
Uno spunto interessante lo fornisce la spiacevole condizione in cui si trova Worldcoin al momento.
Worldcoin, criptovaluta fondata nel 2019 dal CEO di OpenAI, Sam Altman, ha recentemente sviluppato un nuovo progetto che però fatica a decollare dopo un inizio apparentemente in salita.
Il piano, lanciato il 24 luglio 2023 prevede l’acquisizione di 25 Worldcoin da parte di chiunque accetti di scansionare la propria iride.
Il progetto, che attualmente coinvolge 20 Paesi, inizialmente aveva suscitato un incredibile successo, soprattutto ad Hong Kong, registrando un totale di 2 milioni di preiscrizioni.
Il rapporto del South China Morning Post parla di un’affluenza davvero elevata, raggiungendo la metà delle adesioni dell’intero progetto grazie alle tre postazioni installate dove è possibile scannerizzare l’iride in cambio della criptovaluta.
Nonostante i primi numeri fossero incoraggianti, con il passare del tempo l’entusiasmo da parte degli utenti pare sia calato parecchio tanto da far pensare che le prime adesioni siano state raccolte non proprio legalmente ma grazie a una serie di astuzie.