scudo

La questione del riscaldamento globale è sempre stato un problema fortemente discusso. Tuttavia, negli ultimi mesi, con l’aumento delle temperature, la questione sembra essere diventata di vitale importanza e non può essere più evitata.
Come è stato potuto notare, quella di quest’anno è sicuramente una delle estati più calde mai avute da moltissimo tempo, e la motivazione è da riscontrare soprattutto nel forte inquinamento climatico.
A tal proposito, sono molti gli scienziati che stanno elaborando una soluzione per questo problema.
Già in passato, si era pensata alla realizzazione di uno scudo solare che fungesse da barriera in grado di proteggere la Terra dall’eccessiva potenza del Sole.
Tuttavia, tale “soluzione” sembrava essere piuttosto difficile da realizzare. Almeno fino a quando un importante astronomo dell’Università delle Hawaii non ha escogitato un geniale compromesso.
Ma pieghiamo più nel dettaglio di cosa si tratta.

L’impossibilità dello scudo solare e la progettazione di una nuova idea

In principio lo scudo solare, che era stato pensato per difendere la Terra dal forte calore dei raggi del Sole, poteva sembrare un ottima idea. Lo scudo sarebbe dovuto essere collocato nel punto di Lagrange L1, ovvero un’area nello spazio compresa tra il Sole e la Terra. Si tratta di una zona in cui la forza gravitazionale tra i due corpi consentirebbe anche la presenza di un terzo corpo di piccole dimensioni.
Naturalmente, parlando di uno scudo solare, non possiamo pensare a quest’ultimo come un oggetto di piccole dimensioni.
Infatti, lo scudo per essere efficiente, avrebbe dovuto avere un peso di circa 3,5 tonnellate. Una caratteristica necessaria per fare in modo che il dispositivo resista alla pressione della luce solare.
Inoltre, l’installazione di un oggetto di simili dimensioni nello spazio, sarebbe possibile solamente con un numero minimo di 35.000 lanci. Si tratta ovviamente di una cosa praticamente impossibile da realizzare. Ed ecco perché l’idea dello scudo solare, già in passato, era stata accantonata. Tuttavia sembra, come abbiamo appunto detto, che a risolvere la situazione sia stato l’astronomo István Szapudi.
Quest’ultimo infatti, ha pensato di sostituire l’idea dello scudo con quella di un parasole, sicuramente molto più leggero rispetto al primo. Il Parasole, per funzionare, dovrebbe essere collegato ad un asteroide che faccia appunto da contrappeso.
Ovviamente, anche in questo caso, vi è bisogno di una tecnologia che si occupi del lancio e dell’installazione dell’oggetto. Un qualcosa ancora abbastanza complesso. Ma sembra che siamo sulla strada giusta per raggiungere una soluzione. Infatti, quella del parasole già appare un’idea molto più accessibile, non solo per la leggerezza del dispositivo, ma anche per la limitazione dei costi che la realizzazione di un tale progetto implicherebbe.

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