Nel corso degli anni, gli smartphone hanno subito una notevole evoluzione sia in termini di funzionalità che di estetica. Tuttavia, non tutti i modelli hanno brillato per bellezza e design. Alcuni, infatti, sono rimasti impressi nella memoria collettiva per la loro singolare bruttezza. Tra questi, il peggiore in assoluto è considerato il F8 Wrist Watch Mobile.
Il dispositivo dispositivo appena citato e lanciato nel 2006, può essere considerato l’antenato degli attuali smartwatch. Si componeva di un cinturino, dove era posizionata l’intera tastiera, di un’antenna e di uno schermo. Accanto allo schermo si trovava una sorta di puntatore, utile per spostare il cursore sullo schermo. Nonostante l’idea innovativa, le sue dimensioni esagerate e il suo design poco accattivante lo hanno reso uno dei cellulari più brutti mai venduti.
Altri esempi di smartphone con un design discutibile includono il Samsung Leo, con una forma quadrata che ricordava uno specchietto da trucco femminile, e il Nokia 7600, con uno schermo circondato dai tasti posti sui due lati verticali, in una disposizione poco pratica. Il Toshiba G450, invece, ricordava più uno storico MP3 che uno smartphone, con una forma stretta e allungata, uno schermo minuscolo e i tasti disposti in due cerchi distinti.
Nonostante questi esempi, è importante ricordare che l’estetica è solo uno degli aspetti che caratterizzano uno smartphone. Le funzionalità, la facilità d’uso, la durata della batteria e la qualità del display sono altrettanto importanti, se non di più. Inoltre, la bellezza è soggettiva e ciò che può sembrare brutto a una persona può essere considerato unico e innovativo da un’altra. Oggi, gli smartphone sono diventati dei veri e propri computer portatili, in grado di fare letteralmente qualsiasi cosa. Non a caso, molti professionisti ne hanno uno personale e uno per il lavoro, per dividere settori e ambienti. Con l’avanzare della tecnologia, anche l’estetica degli smartphone è migliorata notevolmente, con modelli dal design unico e accattivante.
D’altronde, la storia degli smartphone brutti ci ricorda che l’innovazione non è sempre sinonimo di bellezza e che, a volte, gli errori di design possono portare a creazioni davvero singolari. E, in un mondo in cui gli smartphone tendono a somigliarsi sempre di più, forse non è un male avere qualche modello che si distingue dalla massa, anche se per le ragioni sbagliate.