Elon Musk ha recentemente guidato un cambiamento epocale per quanto riguarda il social da lui appena acquistato, Twitter, infatti ha scelto di sostituire il logo storico con il piccolo uccellino blu con “X“, simbolo a Musk molto caro che caratterizza anche la sua azienda aerospaziale SpaceX.
Questo passaggio è stato accompagnato da numerose polemiche e dubbi, dal momento che X essendo un simbolo molto presente in America, secondo molti avrebbe portato a numerose conseguenze legali per Musk.
A quanto pare qualcosa sta succedendo, decisamente grave, non riguarda però il nuovo logo del social, bensì alcune attività ad esso inerente, a gennaio il team del consigliere speciale Jack Smith, il super procuratore che ha incriminato due volte Donald Trump, ha ottenuto un mandato di perquisizione per alcuni dettagli non meno precisati custoditi nell’account Twitter, dell’ex presidente, a quanto pare però, Twitter non avrebbe rispettato i tempi imposti dal mandato giudiziario, a riferirlo è il Financial Times.
I fatti legati a Twitter
L’ormai ex presidente, usò il suo account Twitter nelle settimane precedenti l’attacco dei suoi sostenitori a Capitol Hill 6 gennaio 2021 per diffondere informazioni fasulle in merito le elezioni incitando i suoi seguaci a recarsi a Washington, cosa poi avvenuta e che ha provocato la morte di 5 persone, Trump ha poi anche fatto pressioni su Mike Pence, il suo allora vicepresidente, affinché non accettasse la proclamazione a presidente di Biden.
Il 17 Gennaio veniva ordinato a Twitter di produrre informazioni sull’account di Donald Trump, a mandato veniva anche inserito un accordo che vietava a Twitter di divulgare informazioni in merito la richiesta ricevuta, secondo le autorità infatti se si fosse venuto a sapere il tutto, ci sarebbe stato il rischio di una compromissione delle indagini in quanto Trump avrebbe avuto “l’opportunità di distruggere le prove, cambiare i modelli di comportamento”.
Ed è proprio su questa richiesta di non divulgazione che Twitter avrebbe colto la palla per non aderire alle richieste del mandato di perquisizione, secondo il social infatti quest’ultima violerebbe il Primo Emendamento, quello che vieta qualsiasi forma di limitazione alla libertà di parola.
Twitter avrebbe dovuto consegnare le informazioni richieste entro il 27 Gennaio, avendo però mancato la consegna, ha ricevuto un sollecito con scadenza il 7 Febbraio alle 17:00, rispettato in parte, le info infatti sono arrivate il 9 Febbraio, dinamiche per le quali il social di Musk ha ricevuto una multa di 350.000 dollari, per aver ostacolato le indagini.