Sentite caldo quest’estate? Beh, pare che non abbiamo ancora visto niente. Luglio 2023, secondo la NASA, è stato il mese più bollente che si abbia avuto da più di 100 anni, ma il 2024 sarà ancora peggio.
Per quanto ci siano persone che urlino al COMPLOTTO ogni volta che sentono le parole “surriscaldamento globale”, non possono negare il fatto che stiamo attraversando un periodo storico di fuoco. Un piccolo esempio per capire meglio la tragicità della situazione: dal 3 luglio al 7 di questo mese abbiamo superato ogni record precedente di giorni consecutivi ad alte temperature.
Tutti gli studi hanno condotto ad un unico risultato: l’anno che stiamo vivendo è uno dei più caldi mai registrati. I condivisi dalla NASA confermano che miliardi di persone in tutto il mondo stanno sperimentando sulla loro pelle gli effetti devastanti della crisi climatica, con periodi di siccità, alti tassi di umidità e temperature infuocate.
Tuttavia, pare che non ci sia limite al peggio. Il direttore del Goddard Institute for Space Studies
, Gavin Schmidt, ha affermato che secondo i loro studi e i gradi raggiunti quest’anno, il 2024 sarà molto più caldo.Interi ecosistemi e molti animali, per non parlare degli stessi esseri umani, stanno morendo a causa dei fenomeni climatici improvvisi che distruggono tutto ciò che incontrano davanti il loro cammino. L’ONU è arrivato addirittura a parlare di ebollizione globale, piuttosto che cambiamento climatico.
Forse abbiamo raggiunto massimo di rottura o forse c’è ancora speranza per il nostro pianeta e per il futuro. Sta di fatto che le cose devono necessariamente cambiare, le emissioni di combustibili fossili devono essere drasticamente ridotte e i governi devono realizzare dei piani (che ormai possiamo definire “salvavita”) più duri per le aziende.
Cosa ne pensate? La terra può sopravvivere a tutto questo? Noi possiamo sopravvivere? Con le giuste misure probabilmente sì. Dobbiamo solo restare a guardare e cercare di modificare le nostre abitudini in modo tale che siano più ecosostenibili possibili, per fare, anche se solo in piccolo, la nostra parte.