Il motivo che vedete qui, nell’immagine sovrastante, lo avete mai visto? Magari in qualche disegno o persino in qualche pavimentazione. Si tratta di un motivo a due forme che insieme creano un modello infinito, ma non ripetitivo, che nel ’73 il fisico Roger Penrose nominò “Penrose tiles”. A quanto pare la sua storia è più antica di quanto crediamo.
Una nuova scoperta ha evidenziato come in passato, nell’era medievale, fosse già utilizzato dagli artisti islamici. Penrose, quindi, in tal caso perderebbe la “proprietà” di questo affascinante design. Tale notizia è giunta dal fisico Peter Lu, che, durante un viaggio in Uzbekistan, ha potuto osservare da vicino un mosaico straordinariamente dettagliato di un edificio del quindicesimo secolo.
Cosa ci dice la storia su questo antico motivo
Il Fisico, nel 2007, pubblicò uno studio che dimostrava come in realtà la cultura islamica abbia realizzato tale motivo, che Penrose era tanto felice di aver scoperto, in realtà mezzo millennio fa. Questa scoperta potrebbe magari dimostrare la particolarità dell’arte medievale islamica fondata su un principio matematico o, semplicemente, che potrebbe essere stata una mera rappresentazione artistica.
Terry Moore, nel 2022, ha spiegato durante un TED Talk di come questo modello sia invece apparso più volte nella storia delle culture di tutto il mondo. Ritrovamenti, ritraenti tale design, sono stati effettuati in ogni parte del globo.
Non tutti i modelli sono identici al Penrose Tiles. Moore, però, evidenzia le forti somiglianze che, a suo parere, abbiano lo scopo di esprimere la complessità della vita umana e soprattutto di come tutte le popolazioni siano unite da un unico filo invisibile. Questa filo, potrebbe essere un’entità religiosa, la rappresentazione dell’universo per alcuni, mentre per altri potrebbero essere qualcosa di più scientifico chiamato “continuum estetico indifferenziato”.
A prescindere da come lo si chiami o si cerchi di definire, pare nella storia dell’umanità, per migliaia di anni, abbiamo tutti condiviso lo stesso sentimento. Essa simboleggia, ancora una volta, che la diversità tanto imposta è solo un costrutto sociale. Inoltre, di scoperte ne abbiamo ancora molte da fare.