Negli ultimi anni, l’emergenza plastica e il peso effettivo che lo smaltimento di tali rifiuti provoca sull’ambiente, ha spinto molti paesi a sostituire tale materiale, utilizzato per alcuni prodotti, con altri alternativi, un esempio calzante riguarda la scelta di produrre cannucce per le bibite, in carta.
Infatti, al fine di “tutelare l’ambiente”, visto che la plastica risulta essere uno dei materiali più inquinanti esistenti, si è deciso di impedire la vendita di cannucce monouso per le bibite in plastica, e di sostituirle con alternative più ecosostenibili, a base vegetale o di carta.
Tuttavia, di fronte a questa scelta, alcuni scienziati belgi, si sono domandati se tali “alternative” siano davvero migliori, rispetto alle prime, e quale sia il loro impatto sull’ambiente.
I risultati ottenuti sono stati davvero molto interessanti e hanno portato a galla problematiche di cui prima non si era a conoscenza.
In quanto, è stato riscontrato che, le cannucce di carta o di bambù, contengono, all’interno della loro composizione, sostanze PFAS.
Si tratta di sostanze chimiche difficilmente degradabili, dannose non solo per l’ambiente, ma soprattutto per l’uomo.
Tuttavia, visto che l’utilizzo di tali cannucce è piuttosto limitato rispetto ad altri prodotti, il loro peso, in termini di inquinamento ambientale, non è eccessivo.
Ma, al contrario, i PFAS sono sostanze che generalmente tendono a restare nell’organismo degli uomini anche per diversi anni, generando danni di varia natura.
Per capire al meglio di cosa stiamo parlando, le PFAS (perfluoroalchiliche),