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Huawei costruisce fabbriche per aggirare le restrizioni americane, l’accusa della SIA

Huawei, la nota azienda cinese che si occupa della produzione e vendita di dispositivi tecnologici destinati al settore delle telecomunicazioni, si trova al centro di una forte accusa.
L’azienda, per chi non lo sapesse, ha subito alcune restrizioni da parte dell’America.
Sembra infatti che, il Governo degli Stati Uniti, abbia deciso di limitare l’accesso di Huawei alle tecnologie americane destinate alla costruzione di processori. Inoltre l’azienda può produrre solo tecnologie superiori ai 28 nanometri. Inoltre, per l’acquisto di processori più potenti, deve rivolgersi ad altre società, sottostando comunque ad altri limiti prestabiliti.
Di fronte a questi vincoli, sembra che la Cina abbia deciso di aggirare la situazione, cercando di riportare l’azienda al suo successo iniziale.

Huawei e l’accusa della SIA

A lanciare l’accusa in questione contro Huawei è stata la SIA, la Semiconductor Industry Association, rappresentante delle più famose aziende tecnologiche dedite alla realizzazione di chip, stiamo parlando di Samsung, Intel, TSMC e altre.

Secondo quanto dichiarato, la Cina avrebbe impegnato circa 30 milioni di dollari per la costruzione di una rete di fabbriche che acquistasse, per suo conto, quelle tecnologie americane a cui l’azienda non ha più accesso a causa delle restrizioni di cui abbiamo appunto parlato.
Pare, infatti, che il colosso cinese abbia già acquisito due fabbriche di processori ed iniziato la costruzione di altre tre fabbriche.
Ognuna di queste sembra, almeno in apparenza, scollegata a Huawei, ma al contrario lavorano ed acquistano tecnologie che destineranno poi all’azienda cinese stessa.
Di fronte a tali importanti dichiarazioni, ovviamente gli Stati Uniti hanno deciso di monitorare con più attenzione la situazione. Infatti, il dipartimento di commercio degli USA è già riuscito ad individuare un’azienda produttrice di processori di Huawei, in incognito e a bloccare il suo operato.
Continuano i controlli.

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Pubblicato da
Ilenia Violante