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SIM rare che valgono una fortuna, potresti possederne una e non saperlo

Oltre alle monete, alle miniature, ai francobolli e così via, il mondo del collezionismo prende in considerazione moltissimi altri settori, tra cui alcuni davvero impensabili, come quello relativo alle sim, ovvero le schede telefoniche che vengono inserite all’interno dei nostri smartphone.
Ebbene, per chi non lo sapesse o ha qualche dubbio a riguardo, sappiate che il collezionismo delle schede SIM non solo esiste davvero, ma è anche molto remunerativo ed in Italia ha un peso davvero rilevante.
Ma se il collezionismo si concentra sul possesso e il ritrovamento di oggetti di lunga data, rappresentativi di una determinata epoca storica o dalle caratteristiche particolari, cosa fa delle SIM un oggetto che vale la pena collezionare?
La risposta è: la sua sequenza numerica.

SIM: collezionismo e valore economico

Come abbiamo appunto detto, la caratteristica che rende una SIM rara rispetto ad un’altra, riguarda la sequenza numerica che ogni scheda presenta sulla sua superficie.
Una sequenza numerica per essere riconosciuta come tale, deve soddisfare determinate caratteristiche, tra cui:

  • Errori di realizzazione;
  • Sequenze numeriche che richiamano la data di un celebre momento storico, come per esempio la nascita di una personalità importante, l’inizio o la fine di una guerra e così via;
  • Vi sono palindromi o ripetizioni di numeri;
  • Se sono presenti sequenze numeriche dall’importante significato e valore spirituale, come 666 o 333.

Proprio in quest’ultimo periodo è stata venduta una SIM dell’operatore Tim, sul sito delle aste eBay, per un amore economico di oltre 8600 euro.
Insomma, una notizia davvero sconvolgente. Quindi ora, spegnete il cellulare e controllate la sequenza numerica della vostra SIM, potreste essere i possessori fortunati di una rara scheda SIM.
Nel caso così non fosse, non disperate ancora, ciò che oggi non vale molto potrebbe farvi guadagnare una vera e propria fortuna in futuro.
Quindi per adesso limitatevi a conservarne qualcuna ancora per un po’.

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Pubblicato da
Ilenia Violante