Il Parkinson è una condizione neurologica caratterizzata da una riduzione della dopamina che peggiora nel tempo. La nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Neurology, ha utilizzato due grandi serie di dati sanitari. Sono stati utilizzati il set di dati AlzEye e il database della Biobank del Regno Unito – per identificare i marcatori sottili. Anche se, la malattia del Parkinson ha una prevalenza relativamente bassa tra questa popolazione. Il set di dati AlzEye è formato dal più grande database al mondo di immagini retiniche e dati clinici associati.
L’esame post mortem dei pazienti affetti da Parkinson ha rilevato differenze nello strato nucleare interno della retina (INL). Precedenti studi hanno dimostrato che i dati della scansione oculare possono rivelare segni di altri deterioramenti di condizioni neurologiche. Tra queste: l’Alzheimer, la sclerosi multipla e la schizofrenia. Gli studi fanno parte di un campo di ricerca emergente chiamato “oculomica”. È stato anche dimostrato che i dati della scansione oculare rivelano la propensione delle persone all’ipertensione, alle malattie cardiache, all’ictus e al diabete.
I medici conducono da sempre esami oculistici fisici, ritenendo che l’organo possa agire come una “finestra” e fornire una visione diretta di molti aspetti della salute umana. Poiché le immagini ad alta risoluzione della retina sono ormai routine per la cura degli occhi, gli scienziati hanno affermato che i dati di queste scansioni possono essere analizzati meglio per ottenere informazioni sulla salute dei pazienti.
In particolare, un tipo di scansione 3D nota come tomografia a coerenza ottica (OCT) è ampiamente utilizzata nelle cliniche oculistiche e dagli ottici di alto livello. Queste scansioni possono produrre una sezione trasversale della retina – lo schermo dei nervi nella parte posteriore dell’occhio – con dettagli incredibili fino al millesimo di millimetro. Le immagini della retina possono essere estremamente utili per monitorare la salute degli occhi.
La scansione della retina è l’unico modo non invasivo per visualizzare gli strati di cellule sotto la superficie della pelle. Uno spessore ridotto di questi strati cellulari è associato ad un aumento del rischio di sviluppare il Parkinson. Gli scienziati hanno anche iniziato a utilizzare computer e tecnologie per analizzare con precisione un gran numero di OCT e altre immagini oculari. “Anche se non siamo ancora pronti a prevedere se un individuo svilupperà il Parkinson, speriamo che questo metodo possa presto diventare uno strumento di pre-screening per le persone a rischio“.