La prima anomalia del sistema è stata rilevata ormai poco più di un mese fa, la mattina del 1 agosto. Il personale del NOIRLab della NSF aveva infatti rilevato un’attività sospetta e ha subito di deciso di chiudere i suoi grandi telescopi ottici situati a Maunakea, nelle isole delle Hawaii.
I due telescopi, il Gemini North delle Hawaii e il Gemini South situo in Cile sono stati precauzionalmente disattivati. Tutt’ora non si sa quando li riporteranno “in vita”,
Non è ancora chiaro quale sia stato l’obiettivo dell’attacco informatico, ma tale minaccia ricorda quanto le attività scientifiche siano molto costose
. Un mese di inattività significa un mese di fermo per tutti i ricercatori e migliaia di dollari bruciati.Un attacco simile era avvenuto nell’ottobre dello scorso anno, quando gli hacker ebbero accesso all’Atacama Large Millimeter Array Observatory in Cile. Questo portò ad una chiusura prolungata della struttura e una perdita di circa 250.000 dollari ogni giorno.
Questi incidenti, oltre al fattore economico che sicuramente è rilevante, colpiscono inevitabilmente gli studi astronomici. Questi, infatti, solitamente richiedono tempistiche molto precise ed interrompere l’accesso alle strumentazioni per un tempo così lungo provoca una perdita enorme di raccolta dati e può addirittura porre fine a progetti di ricerca durati anni.
È proprio grazie a questi telescopi così altamente tecnologici che spesso vengono effettuate scoperte astronomiche incredibili. Ma a cosa puntavano gli hacker? Cercavano vita al di fuori della terra? Non si sa. Speriamo solo che il problema venga presto risolto.